Le famiglie senza tetto di Gaza fanno il conto dei danni dopo la tempesta invernale

316738_345x230Gaza-Ma’an. Dopo che una intensa tempesta invernale ha colpito la Palestina, la settimana scorsa, lasciando le colline della Cisgiordania coperte di neve, decine di migliaia di famiglie a Gaza, lasciate senza tetto dalla recente aggressione di Israele, hanno dovuto lottare per far fronte alle temperature gelide lungo la costa.

Decine di famiglie stanno ancora vivendo in tende allestite accanto alle loro case distrutte, cercando di fare del loro meglio per rimanere al caldo nonostante la grave mancanza di energia elettrica e di carburante per i generatori o i termosifoni.

La famiglia Abu Tayamas è una di quelle rimaste nell’occhio del ciclone con un solo pezzo di stoffa leggera per proteggersi.

La loro tenda è situata accanto alle rovine di quella che è ormai la loro ex-casa a Khan Younis ridotta in macerie dal bombardamento di Israele della scorsa estate. Essi denunciano che i funzionari non hanno fornito loro nessun aiuto dopo che hanno perso la casa, ed ora sono costretti a vivere in una tenda logorata.

“Anche se cerchiamo qualsiasi cosa per riuscire a stare al caldo, è sempre freddo”, ha dichiarato Umm Mazen a Ma’an. “L’acqua passa sotto i nostri piedi, la tempesta è forte, ed il rumore dei tuoni sembra quello dei bombardamenti”.

Umm Mazen ha detto che sua figlia Mira si lamenta del fatto che è sempre molto freddo durante tutto il giorno, ma la sua unica risposta è: “Cosa posso fare, mia cara?”

Le forti piogge ed i ripetuti temporali degli ultimi giorni hanno provocato delle inondazioni in molte zone che hanno aumentato ancor di più il freddo per molte persone.

“I miei bambini piangono e si lamentano del freddo per la maggior parte del tempo, ed io non so cosa posso fare”, ha affermato.

Umm Mazen ha dichiarato a Ma’an che la famiglia aveva una “vita quieta e calda” prima della guerra, aggiungendo: “Nessuno dei funzionari patisce il freddo che i miei bambini patiscono”.

Suo marito Suleiman ha dichiarato a Ma’an che vivere in una tenda è “veramente una tragedia” per una famiglia di cinque persone.

“Cerco di accendere un fuoco per tenerci al caldo nella tenda, e ci raccogliamo attorno ad esso anche per divertirci un po’. Ma il freddo è più forte perchè l’acqua scorre sempre sotto i nostri piedi”, ha affermato.

Ha detto che la famiglia non è riuscita a dormire bene negli ultimi tre giorni a causa del freddo intenso e a causa del rumore del vento che terrorizza i bambini.

L’esperienza della famiglia Abu Tayama non è insolita nella Striscia di Gaza, dove le abitazioni di circa 110.000 persone sono state danneggiate o distrutte durante l’aggressione di Israele.

In gennaio, il gruppo israeliano per i diritti B’Tselem ha dichiarato che Israele ha deliberatamente colpito le case dei Palestinesi, uccidendo centinaia di persone, nonostante vi fosse la quasi totale certezza che fossero abitate.

Ma per le migliaia che sono riusciti a scappare al bagno di sangue perdendo le loro case, quasi sei mesi dopo la situazione sembra ancora desolante.

Israele si è rifiutata di concedere il permesso al materiale da costruzione di entrare nella Striscia di Gaza, che è rimasta bloccata negli ultimi otto anni. Ciò ha impedito che la ricostruzione potesse aver luogo dalla fine della guerra, e ha lasciato molta gente senza speranza su quando, se mai, le loro case saranno ricostruite.

Il blocco – che ferma quasi tutte le importazioni e le esportazioni – ha devastato l’economia di Gaza ed ha reso la piccola Striscia costiera dipendente dagli aiuti internazionali. Ma con Israele che adesso blocca anche questi, i gazawi si ritrovano dentro ad un incubo senza nessuna chiara via d’uscita.

Nessun morto o ferito

Durante il corso della tempesta, che è iniziata giovedì per esaurirsi sabato sera, le squadre di emergenza di Gaza sono dovute intervenire in 32 incidenti per proteggere gli abitanti.

Nel nord della Striscia di Gaza, una inondazione improvvisa ha capovolto una casa mobile che era stata allestita vicino ad una scuola per una famiglia la cui casa era stata distrutta durante l’offensiva israeliana.

Muhammad al-Meidana, portavoce delle squadre della protezione civile di Gaza, ha affermato che la famiglia è stata salvata dall’interno della casa mobile, che è stata catturata nell’inondazione.

Nel distretto di Rafah, la protezione civile ha evacuato circa 25 famiglie che vivevano nel Jemmeizet al-Sabil a seguito della massiccia inondazione che ha sommerso le loro case.

Al-Meidana ha inoltre aggiunto che i tetti in acciaio sono stati spazzati via dai forti venti e che molti alberi sono stati abbattuti, oltre a numerosi veicoli  rimasti bloccati nelle zone inondate.

Non risultano, comunque, feriti o morti a causa della tempesta.

Queste statistiche sono in netto contrasto con quelle del mese scorso, quando almeno sei Palestinesi –  cinque dei quali bambini – sono morti per il freddo intenso.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi