Le Nazioni Unite condanna la crescente violenza nei confronti delle donne palestinesi

265786_345x230Betlemme-Ma’an. Nella giornata di venerdì 16 maggio, l’organizzazione delle Nazioni Unite per la tutela dei diritti femminili, ha condannato il tasso crescente di violenza contro le donne nei territori palestinesi occupati dopo che una donna è stata uccisa questa settimana, portando il totale parziale dell’anno a 14 vittime.

UN Women in Palestina ha dichiarato in un comunicato di essere “seriamente preoccupato” per l’uccisione, sottolineando che “l’inquietante aumento del tasso di femminicidio, da 13 vittime nel 2012 a 28 nel 2013, dimostra un diffuso senso di impunità nell’uccidere le donne”.

Il termine femminicidio di solito si riferisce alla violenza perpetrata da partner o parenti di una donna, comprendendo principalmente le forme letali di violenza domestica.

Il governo palestinese ha dimostrato la volontà politica di porre fine alla violenza contro le donne attraverso l’adozione di una politica di tolleranza zero nei confronti di tale violenza, è quanto emerge dalla dichiarazione, sollecitando però come “questa volontà politica debba tradursi urgentemente in azioni concrete”.

La dichiarazione ha sottolineato il fatto che la Palestina ha approvato la “Strategia nazionale per la lotta alla violenza contro le donne 2011-2019” e ha ratificato la “Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne”, ma allo stesso tempo ha esortato il governo a sfruttare maggiormente il meccanismo esistente della revisione dei casi più gravi, attualmente coordinato dal ministero degli Affari femminili, con la finalità di garantire un esame approfondito per proteggere le donne e porre fine “all’impunità degli autori di violenza”.

Un sondaggio del 2012 condotto dal Palestinian Central Bureau of Statistics ha rivelato che il 37% delle donne palestinesi sono state oggetto di qualche forma di violenza per mano dei loro mariti, con il più alto tasso a Gaza (58,1%) ed il più basso a Ramallah (14,1%).

I tassi di violenza a Gaza sono aumentati rapidamente negli ultimi anni, condizionati da quelli di disoccupazione che si aggirano intorno al 40% a causa del blocco economico israeliano, così come sono aumentate le percentuali di traumi psicologici a causa dei frequenti bombardamenti israeliani.

I numeri per la Palestina nel suo complesso sono leggermente superiori alla stima per il 2013 realizzata dall’OMS, secondo la quale una donna su tre in tutto il mondo è vittima di violenza per mano del marito ad un certo punto della sua vita.

Traduzione di Erica Celada

(Foto: Ma’an)