Lectio magistralis di Abbas, il Bipensiero orwelliano finalmente dispiegato.

 

Ramallah/Gaza – Infopal. Ieri pomeriggio, il presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas, ha effettuato un affondo senza precedenti contro il movimento di Hamas, vincitore delle elezioni legislative palestinesi del 2006, accusandolo di aver fatto fallire il dialogo nazionale del Cairo e di “golpe nero” nella Striscia di Gaza. Il suo discorso, rivolto a una folla di sostenitori di Fatah durante la celebrazione per il quarto anniversario della morte di Yasser Arafat, è un misto di “bipensiero” di orwelliana memoria, tipico di ogni regime anti-democratico, e di pura retorica ad uso e consumo dell’opinione pubblica internazionale e dei media occidentali.

“Non esistono prigionieri politici in Cisgiordania”. Abbas ha negato, nuovamente, che nelle prigioni cisgiordane l’Autorità palestinese tenga rinchiusi prigionieri politici: “si tratta solo di detenuti comuni, imprigionati per traffico di soldi”, ha spiegato, e ha aggiunto che le affermazioni di Hamas “sono contrarie all’interesse nazionale”. Ha tenuto a precisare, poi, che l’ANP non è sottoposta ad alcun veto statunitense o israeliano.

“Chi esce dalla Striscia di Gaza (assediata e alla fame, ndr) è un traditore”. Nel suo discorso da caudillo arabo, Abbas è anche riuscito a condannare l’esodo della popolazione affamata della Striscia verso l’Egitto, definendolo “invasione irrazionale, antipatriottica della frontiera egiziana”, e dando del “traditore” alla povera gente che varca il confine dalla disperazione.

L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Abbas ha anche parlato delle fazioni palestinesi che vogliono entrare nell’OLP – come Hamas e Jihad Islamico -, dicendo: “Chi vuole farne parte deve accettarla, accettarne le decisioni e la sua storia, e non dettare condizioni”.

E ha confermato la necessità di formare un governo di unità nazionale che rispetti il programma dell’OLP e prepari le elezioni presidenziali e legislative.

Chi perde vince, chi vince perde: il bipensiero di Abbas. Davanti alla folla di sostenitori di Fatah, il presidente dell’ANP ha affermato che “non ci sono problemi tra le autorità in Cisgiordania e a Gaza, perché ne esiste una sola. L’autorità di Gaza (che ha vinto le elezioni, ndr) è illegale“.

Le trattative con IsraeleAbbas ha fatto sapere che “la parte palestinese non accetterà una soluzione a metà. Qualsiasi accordo raggiunto sarà sottoposto al parere del popolo palestinese”.

Abbas ha anche condannato le politiche israeliane che ostacolano le trattative di pace, in particolare la questione di Gerusalemme, le aggressioni giornaliere, il proseguimento della costruzione del Muro, e le aggressioni dei coloni – l’ultima, in ordine di tempo, quella contro il cimitero musulmano Ma’man Allah.

Apprezzamento per Bush. Il presidente Abbas ha dichiarato che l’amministrazione americana uscente, guidata da George Bush, “era seriamente intenzionata a costituire uno stato palestinese e a realizzare la pace tra israeliani e palestinesi“.

La reazione di Hamas. “Discorsi vuoti”, “contraddittori” e tesi a screditarci: questa è stata la risposta del movimento di resistenza islamica.

Fawzi Barhoum, portavoce di Hamas, ha dichiarato che Abbas “non ha parlato come presidente del popolo palestinese ma come un leader di partito”, e ha aggiunto che i suoi discorsi sulla “resistenza” coprono il fatto che egli sta cercando in tutti i modi di “liquidarla”e che sta svendendo i principi per i quali, invece, Arafat è morto.

Barhoum ha accusato Abbas di non aver mai chiesto di togliere l’assedio su Gaza e di riaprire il valico di Rafah, ma di insistere affinché Israele assuma nuovamente il controllo del terrminal, e di essere “il primo e maggior responsabile della divisione palestinese”.

E ha pronosticato che Abbas non sarà più incaricato dal popolo di rappresentarne gli interessi, i diritti e le aspirazioni.

 

 

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