L’eroe palestinese in Austria: “Gaza ci ha resi uomini”

 

E.I. Osama Abu El Hosna, nato a Gaza, è diventato un eroe in Austria, la sua patria adottiva.

Il 2 novembre Osama fu testimone di un attacco che causò un grande shock a Vienna e non solo. Un uomo armato uccise quattro persone a colpi di arma da fuoco – a quanto si sa, si tratterebbe di un simpatizzante dello Stato Islamico – e fu poi è ucciso dalla polizia.

Osama, 23 anni, era a soli cinque metri da un poliziotto ferito dall’uomo armato, quando vide l’ufficiale a terra, corse verso di lui e lo trascinò oltre una barriera di cemento, in modo che non fosse più sulla linea di tiro.

Osama allora si tolse la maglietta, e la usò per cercare di fermare l’emorragia del poliziotto. Aiutato da due uomini turchi, riuscì poi a portare l’ufficiale su un’ambulanza.

La rapida reazione di Osama salvò  la vita dell’ufficiale.

Sebbene altri ufficiali avessero cercato di dissuaderlo, Osama rimase con l’agente ferito mentre l’ambulanza si dirigeva all’ospedale.

Osama – che lavora in un ristorante McDonald’s nella zona di Schwedenplatz a Vienna – crede che la sua infanzia gli abbia dato la forza di cui ha avuto bisogno quella notte.

“Gaza ci ha resi uomini”, ha detto. “Non ero spaventato quando ero nel bel mezzo della sparatoria e del pericolo [a Vienna]. Abbiamo vissuto pericoli peggiori di quello”.

Osama aveva solo 3 anni quando è scoppiata la seconda Intifada, nel 2000. È cresciuto a Jabaliya, vicino alla città di Gaza.

Quando era ragazzo, vide spesso i militari israeliani fare irruzione nella zona.

“Terrificante”.

Era ancora un bambino quando Israele intraprese una massiccia offensiva contro Gaza – con nome in codice Operazione Piombo Fuso – alla fine del 2008 e all’inizio del 2009.

“Fu terrificante”, ha detto. “Ero alle elementari – in prima media – e stavo tornando a casa da scuola [quando iniziò l’attacco]. Ricordo che c’erano madri che, fuori dalle loro case, piangevano e cercavano i loro figli. Quando tornai a casa, mia madre mi prese in braccio. Ci abbracciava ogni notte perché io e i miei fratelli avevamo tanta paura. Sentivo che in ogni momento saremmo potuti morire tutti”.

Il padre di Osama, Khalid, ha lasciato Gaza per andare in Austria nel 2010.

Osama è rimasto a Gaza, vivendo durante un altro grave attacco israeliano nel novembre 2012.

Senza suo padre, “mi sentivo insicuro e molto spaventato”, ha spiegato Osama. “Vedevo in TV che c’erano bambini i cui genitori erano stati uccisi. Mi sentii un po’ sollevato a sapere che mio padre era vivo e al sicuro in Austria”.

Nel 2013, Osama, sua madre e i suoi tre fratelli emigrarono in Austria, viaggiando attraverso l’Egitto.

Una volta arrivato in Austria, Osama si è riunito con il padre.

“Immagine positiva”.

Ma l’adattamento alla vita a Vienna non fu facile.

Dovette affrontare un clima politico ostile. Negli ultimi anni i governi austriaci hanno incluso partiti di destra e di estrema destra, i quali hanno combattuto campagne elettorali per gli ingressi anti-profughi e hanno rafforzato le leggi sull’immigrazione dopo essere saliti al potere.

In molte occasioni, Osama ha subito abusi – anche da parte dei colleghi di un’azienda per la quale lavorava – per avere lo stesso nome di Osama bin Laden.

Osama non ha ancora la cittadinanza austriaca. Soddisfare i criteri per la cittadinanza è difficile. I requisiti includono la padronanza del tedesco e la dimostrazione di avere un lavoro stabile.

“Ho sentito un po’ di stress”, ha detto Osama. “Ma l’Austria è anche il mio Paese. Se non ti piace dove ti trovi, devi andartene. Vivo qui e sto facendo del mio meglio per dare un’immagine positiva degli arabi e dei musulmani”.

Osama è stato premiato con la medaglia d’oro della polizia per il suo ruolo nel salvataggio dell’ufficiale.

Khalid, suo padre, sostiene che l’eroico atto di Osama ha contribuito a migliorare la percezione, da parte degli austriaci, dei rifugiati.

“Il quadro è cambiato così tanto”, ha detto Khalid, 44 anni. “L’immagine dei rifugiati è migliore. Le persone stanno realizzando che nel cercare asilo e sicurezza stiamo tentando di preservare la nostra umanità”.

Traduzione per InfoPal di Silvia Scandolari