L’esercito israeliano invade il campo profughi di Jenin: missili contro 2 case e un ex prigioniero sequestrato

460_0___10000000_0_0_0_0_0_jeninnightsoldiersJenin-PIC, Quds Press e Imemc. Martedì mattina, i soldati israeliani hanno proseguito l’invasione del campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, hanno lanciato missili contro due case, hanno demolito un magazzino e diversi muri.

L’invasione è iniziata lunedì sera.

Durante l’aggressione, i soldati hanno rapito un ex prigioniero politico, sua madre, suo figlio e suo fratello.

I soldati hanno lanciato due bombe “Energa” contro due case del campo e hanno circondato l’abitazione dell’ex prigioniero Majdi Abu al-Haija, che è stato portato in prigione dopo che i soldati ne avevano rapito la madre, il figlio Soheib, 18 anni, e il fratello ‘Ala.

I medici della Civil Defense hanno affermato che i soldati hanno impedito al personale medico e alle ambulanze di avvicinarsi alle case colpite, in particolar modo a quella di Abu al-Haija. E hanno aggiunto che alla moglie di Abu al-Haija hanno fratturato una gamba. Inoltre, i soldati hanno invaso e occupato diverse case vicine.

Sono scoppiati scontri tra i soldati e decine di giovani locali, che hanno lanciato sassi e bottiglie vuote contro gli invasori. C’è stato anche uno scontro a fuoco tra truppe di occupazione e resistenti armati, mentre gli elicotteri israeliani hanno sorvolato l’area.

Un soldato israeliano è stato lievemente ferito e trasportato all’ospedale di Rambam a Haifa.