Libano, Hamas: “fermare le campagne dei media contro i palestinesi”

Beirut-Quds Press. Ra’fat Marra, responsabile stampa del movimento di resistenza islamico, Hamas, ha indirizzato due messaggi, al ministro dell’Informazione libanese, Walid al-Da’ouq, e a Abdul Hadi Mahfouz, presidente del Consiglio nazionale dei media, mettendo loro al corrente delle campagne di incitamento, condotte da alcuni media contro la presenza palestinese in Libano. Si è anche riferite alle “campagne di fabbricazioni” affermando che esse “danneggiano i profughi palestinesi, e distorcono la loro immagine, status e ruolo nella società”.

Ra’fat ha esortato i due funzionari ad intervenire immediatamente per affrontare “il fenomeno, ampio e di veloce espansione, di addossare le responsabilità per alcuni accadimenti riguardanti la sicurezza nel Libano ai profughi palestinesi”.

Recentemente, il tono accusatorio di alcuni media libanesi nei confronti dei palestinesi è aumentato. I media in questione attribuiscono ai profughi la responsabilità per l’esistenza di gruppi sovversivi nei loro campi, e accusano i palestinesi di commettere operazioni ostili, e ciò ha accresciuto la retorica di incitamento contro la loro presenza nel paese.

Hamas ha esortato il ministero e il consiglio dei media libanesi ad intervenire per fermare il fenomeno in questione, “per preservare gli interessi comuni libano-palestinesi e i futuri rapporti tra i due popoli”. Ha anche sollecitato i media libanesi ad assicurarsi dalle loro fonti e allontanarsi dalle amplificazioni.

Hamas, nei due messaggi, ha assicurato che il popolo palestinese residente in Libano “rispetta pienamente la sicurezza e la stabilita del paese, ed è impegnato a preservare in ottimo stato le relazioni libano-palestinesi, oltre a contrastare i conflitti settari e tutto ciò che induce ad essi”.

Infine, il movimento ha ribadito che la presenza palestinese in Libano “è un elemento chiave per l’unità della nazione, e per indirizzarla verso i suoi obiettivi, rappresentati dalla liberazione della Palestina, la resistenza all’occupazione sionista e la riaffermazione del diritto al ritorno”.