Lieberman: Israele non potrà mai limitare la costruzione di insediamenti a Gerusalemme Est

Gerusalemme-Afp. Israele non accetterà mai di limitare la sua attività di costruzione a Gerusalemme Est occupata, ha affermato il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman domenica scorsa.

“Una cosa deve essere chiara: noi non accetteremo mai la definizione di costruzione nei quartieri ebraici a Gerusalemme come attività di insediamento”, ha detto in una conferenza stampa con il suo collega tedesco Frank-Walter Steinmeier.

“Non accetteremo alcuna limitazione sulla costruzione nelle aree ebraiche a Gerusalemme Est”, ha aggiunto.

Le sue osservazioni sono arrivate quattro giorni dopo che Israele ha approvato il progetto per la costruzione di 200 case a Ramot a Gerusalemme Est, nonostante mesi di scontri quasi quotidiani e le tensioni con i palestinesi, innescate in parte dall’ espansione degli insediamenti.

L’annuncio ha provocato critiche da parte di Washington, che ha ribadito la sua opposizione “inequivocabile” per tale costruzione a Gerusalemme est, avvertendo che potrebbe “aggravare la difficile situazione sul territorio e … non contribuirà agli sforzi per ridurre la tensione”.

Israele si è impadronita di Gerusalemme Est nella guerra dei sei giorni del 1967 ed in seguito si è annessa in una mossa non riconosciuta dalla comunità internazionale.

Si riferisce a tutta la città come “unita, capitale indivisa”, e non vede la costruzione lì come attività di colonizzazione.

I palestinesi vogliono la città della parte orientale come capitale del loro stato promesso e si oppongono con fermezza ad ogni tentativo israeliano di ampliare lì la costruzione.

Israele, tuttavia, ha spostato circa 300.000 israeliani in insediamenti esclusivamente ebraici a Gerusalemme Est, limitando al contempo le costruzioni e realizzando demolizioni di strutture costruite senza permessi difficili da ottenere.

Dall’occupazione israeliana del 1967, le autorità israeliane hanno perseguito una deliberata politica di giudaizzazione della città.

La politica ha comportato la costruzione di posti di blocco e altri ostacoli alla circolazione, destinati a separare Gerusalemme dalla Cisgiordania e  ad integrarlo in Israele.

Anche se i palestinesi di Gerusalemme Est vivono all’interno del territorio che Israele ha unilateralmente annesso, non hanno diritti di cittadinanza e sono invece classificati come “residenti” il cui permesso può essere revocato se si allontanano dalla città per più di un paio di anni. 

I palestinesi di Gerusalemme affrontano la discriminazione in tutti gli aspetti della vita, tra cui alloggi, occupazione e servizi, e non sono in grado di accedere a servizi in Cisgiordania a causa della costruzione del muro di separazione israeliano.

Traduzione di Fiorella Tarantino