L’infanzia palestinese abusata da Israele. Tra le torture, anche la corrente elettrica

97174063Gerusalemme-PIC. Nella città di Gerusalemme, Moslim, un ragazzino palestinese, è stato arrestato dagli occupanti sionisti. Dopo essere stato arrestato è stato portato davanti ad un giudice.

Moslim e la sua famiglia non sono pronti per dimenticare questi momenti difficili. Gli occupanti non hanno tenuto conto della sua infanzia, innocenza e semplicità.

Sua madre si è sfogata, parlando con i corrispondenti di PIC: “Abbiamo vissuto momenti difficili. Improvvisamente ho visto il mio bambino, la cui età non supera 8 anni, arrestato e portato in tribunale. Lui non ha capito niente di ciò che succedeva.

Al tribunale, mio figlio Moslim gridava: ‘Ho fame’. Le sue grida mi hanno pressato il cuore. La corte le ha ignorate. Vedendo questa scena, sono caduta per terra, perdendo coscienza”.

E’ logico arrestare un bambino? Si è chiesta la donna. Ha sottolineato che suo figlio è stato arrestato 7 volte. Quindi ha perso gli studi e la sua vita.

Ogni volta, ad ogni arresto, ad ogni detenzione, la famiglia paga una multa esorbitante. La multa può arrivare fino a 12 mila shekel (intorno a 3 mila dollari). Un volta il piccolo è stato posto agli arresti domiciliari, lontano da casa, dalla scuola. Gli è stato impedito di uscire e andare a scuola, altrimenti i genitori avrebbero dovuto pagare almeno 40 mila shekel.

Case e scuole investite

Um Ahmed, gerosolimitana, ha confidato a PIC che gli occupanti sionisti faranno qualsiasi cosa per arrestare i bambini, torturarli e imporre loro multe esorbitanti: “I soldati non rispettano nulla, ha detto la signora. Non rispettano né case private né famiglie né scuole, a Gerusalemme, e ciò mi spaventa. Spesso, non posso lasciare la mia casa, per paura che sia invasa e i miei figli arrestati. E quando loro vanno a scuola, la paura mi invade”.

Ricordi difficili, ricordi amari, riguardanti l’arresto di suo figlio Ahmed, le tornano alla mente. E’ stata obbligata a pagare più di 2 mila shekel di multa per liberarlo, sotto la minaccia di pagarne 130 mila al prossimo arresto.

Un’infanzia torturata

Un rapporto pubblicato dall’istituzione Al-Mithaq per i diritti dell’uomo ha denunciato le violazioni dei diritti umani che i bambini gerosolimitani subiscono durante il loro arresto, senza alcuna considerazione per la loro età e innocenza.

Il rapporto indica come esempio che i bambini sono privati delle loro famiglie durante il periodo d’inchiesta, privati di avvocati e di sonno. Sono obbligati a firmare confessioni in ebraico che non comprendono.

Il rapporto afferma che il bambino è oggetto di attacchi pesanti. E’ costretto a sedersi sul pavimento in ginocchio, di fronte al muro. Ogni volta che i poliziotti passano vicino, lo feriscono.

Tra i metodi di tortura, il rapporto indica, tra l’altro, l’uso di corrente elettrica, connessa alle dita e alle orecchie di bambini, per farli confessare.

Traduzione di Nadia El Mansouri