L’Olp prosegue sulla strada del Consiglio di Sicurezza, e declina la proposta del Quartetto

Ramallah – Agenzie. A conclusione della riunione di ieri, il Comitato esecutivo dell'Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp) ha deciso di proseguire sulla strada del Consiglio di Sicurezza Onu, insistendo con la mozione sottoposta alla comunità internazionale dal presidente dell'Autorità palestinese (Anp), Mahmoud 'Abbas per il riconoscimento dello Stato palestinese.

Contestualmente alle prime indiscrezioni sugli esiti delle consultazioni palestinesi, il segretario dell'Olp, Yasser 'Abdo Rabbo ha rilasciato alla stampa una dichiarazione di condanna della propria organizzaizone per la scelta israeliana di non fermare la colonizzazione della Palestina, con l'ultima ufficiale approvazione israeliana per la costruzione di 1,100 unità abitative nella Gerusalemme occupata.

Il Comitato ha esaminato la proposta del Quartetto per la pace in Medio Oriente (Usa, Un, Ue, Russia) ponendo però delle obiezioni ai suoi termini e chiedendo invece un calendario più dettagliato.
Di fronte al rischio di uno scontro aperto tra le parti in sede Onu e alla minaccia del veto preannunciato dagli Usa, il Quartetto internazionale aveva proposto una tabella di marcia nella quale, accettando di ritornare ai negoziati, Israele e palestinesi si sarebbero attivati entro un mese per raggiungere un'intesa su frontiere e sicurezza entro tre mesi e raggiungere una soluzione finale entro il 2012.

Nella riunione di ieri si sono affrontati pure argomenti come lo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi e le forme di punizioni collettiva contro i legittimi rappresentanti del popolo palestinese. Inoltre, si sono ricordate le numerose violazioni commesse ogni giorno da Israele in Palestina.

Segue il testo della dichiarazione formulata dal Comitato dell'Olp:

Guidato dal presidente Mahmoud 'Abbas, il Comitato esecutivo dell'Olp si è riunito nella città di Ramallah giovedì 29 settembre 2011 e ha così concluso:

discussi i recenti sviluppi presso l'Assemblea generale Onu, le reazioni e primi risultati:

1. Esprimiamo soddisfazione e orgoglio per le parole del presidente 'Abbas all'Onu dalle quali sono emerse le aspirazioni del popolo palestinese e le sue speranze, restando fedele alla realtà quando ha presentato un quadro delle sofferenze dei palestinesi. La determinazione nell'istanza di libertà e l'indipendenza. Nel discorso del presidente erano inclusi la visione e l'impegno palestinesi per il rispetto delle norme internazionali. E' un documento storico questo e rivolto verso la pace e la sicurezza ricercati dai palestinesi sul campo, ma anche a livello regionale e internazionale. Egli ha descritto ogni aspetto che rappresenta un ostacolo alla soluzione del conflitto, quindi ha parlato degli insediamenti illegali israeliani, elemento di destabilizzazione per tutti quanti, arabi e internazionali che tentano di mettere punto un genuino processo politico che conduca alla pace.

2. Il discorso ha anche guardato al nostro popolo in diaspora del quale ne ha manifestato le aspirazioni per il Ritorno e la volontà di tutti, di avere Gerusalemme capitale dello Stato palestinese. Questo atto politico-diplomatico è stato il più alto sforzo a dimostrazione dell'unità nazionale e popolare La questione palestinese è emersa, ancora una volta, in vetta alle lotte dei popoli per la libertà e la pace.
3. La leadership palestinese condanna la decisione del governo israeliano di costruire 1,100 unità abitative e i piani – tutt'altro che ambigui – del governo israeliano. I negoziati secondo Israele sono il metodo per portare avanti una politica dell'espansione strisciante, per annettere la Palestina e per sedersi a un tavolo dei negoziati davanti a cose fatte. La scelta coloniale di Israele nel mezzo dell'azione dell'Assemblea Generale e di fronte alla proposta del Quartetto internazionale, esprime chiaramente l'opposizione israeliana a qualunque rispetto per la legge internazionale. Il Comitato Esecutivo non nasconde di essere rimasto sorpreso dal linguaggio scelto dall'amministrazione americana, dai Paesi europei e i rispettivi tentativi di affrontare la legalità internazionale ponendo condizioni come i negoziati. Pertanto, la leadership palestinese ribadisce qui il proprio rifiuto a sedersi per prendere parte a trattative prive di attendibilità, oscure e molto rischiose per quello in cui si tradurrebbero sul campo, per la terra. I fatti sul campo, gli attacchi dei coloni israeliani, la devastazioni della terra, e dei simboli (come le moschee) cari ai palestinesi sono una minaccia diretta contro l'essenza palestinese, popolo e nazione.

4. In questa sede, il Comitato Esecutivo dell'Olp ha preso attentamente in esame la proposta del Quartetto (avviare negoziati entro un mese per raggiungere un'intesa su frontiere e sicurezza entro tre mesi e raggiungere una soluzione finale entro il 2012) e ne apprezza la chiarezza della temporalità prevista per un ipotetico processo di pace. A tal proposito si ricorda che, allo stesso modo la leadership palestinese aveva pure accolto il discorso del presidente americano Barak Obama (19 maggio) nel quale i confini occupati da Israele nel 1967 sarebbero dovuti essere il punto di partenza dei negoziati. Noi siamo per una tabella di marcia trasparente che abbia come unici termini di riferimento le risoluzioni internazionali Onu sulla questione palestinese. La leadership palestinese quindi ribadisce la propria posizione a favore dell'esistenza di due Stati, sui confini del 1967 e il desiderio di negoziare con il governo israeliano previo il rispetto di un calendario chiaro e il congelamento delle attività coloniali israeliane in Palestina. Israele dovrà altresì accettare i confini occupati nel 1967 come presupposto territoriale nei negoziati.

5. Il Comitato Esecutivo dell'Olp evidenzia qui la necessità di continuare sulla strada del Consiglio di Sicurezza Onu per ottenere il riconoscimento internazionale dello Stato palestinese e chiede di lavorare per sollevare – nel più breve tempo possibile – ogni ostacolo a questo obiettivo. Per questo, il Comitato chiede a tutti gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza di affrontare la richiesta palestinese con il massimo della serietà e dell'impegno, in quanto essa è profondamente radicata nelle norme di diritto internazionale e rispecchia i diritti fondamentali del popolo palestinese. Le richieste palestinesi non possono qui essere negate, né ignorate. Gli eventi regionali negli altri paesi arabi sono il segnale di un desiderio locale di vivere in pace in Medio Oriente. La soluzione più autentica per una soluzione sostenibile in Medio Oriente è accogliere lo Stato di Palestina nella comunità internazionale.

6. Si ribadisce ancora il sostegno della leadership palestinese per le forme di lotta dei prigionieri palestinesi, il rifiuto di forme di razzismo contro i nostri rappresentanti politici, e quello per le violazioni alle convenzioni internazionale tra le quali la IV Convenzione di Ginevra. Su tutti questi punti il Comitato Esecutivo proseguirà a lavorare, ma è importante che vi sia la cooperazione delle istituzioni internazionali. 

7. Sulla riconciliazione palestinese, la leadership ha discusso nel medesimo incontro anche le prossime tappe durante le quali si intende accelerare il raggiungimento di un accordo per dare vigore all'unità nazionale palestinese.

La dichiarazione dell'Olp si pone quindi come la scelta della leadership palestinese di declinare l'invito del Quartetto internazionale, nella cui proposta, sebbene fosse inclusa un'indicazione temporale, non erano state poste alcune precondizioni, esattamente come intendeva il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Mercoledì scorso, il Consiglio di Sicurezza Onu ha discusso in una prima seduta la richiesta palestinese, trasferendo poi il caso a un Comitato che, nelle prossime settimane, riesaminerà la mozione dell'Anp nel complesso.

L'Olp ha chiesto vivamente al Consiglio di Sicurezza di accogliere la richiesta palestinese e ieri, il ministro degli Esteri dell'Anp, Riyad al-Maliki ha informato che “con certezza saranno otto gli Stati membri del Consiglio che voteranno a favore di una piena adesione dello Stato palestinese nella comunità internazionale”.

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Ma'an

(Foto: Wafa').

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