L’UE chiede di contrassegnare i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani

Bruxelles-Afp. 16 dei 28 Stati membri dell’UE vogliono l’etichettatura dei prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata. E’ quanto è stato riferito martedì scorso all’agenzia di stampa France Press da alcune fonti diplomatiche, confermando un rapporto diffuso da Haaretz.

L’iniziativa era stata discussa per la prima volta nel 2012, suscitando l’ira di Israele, ma questa volta i 16 Stati membri hanno comunicato all’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’UE, Federica Mogherini, la necessità di accelerare i lavori, nel quadro di un futuro accordo pacifico a due stati.

Tra i 16 Paesi ci sono Gran Bretagna, Francia, Spagna e Italia, ma non la Germania.

Nella lettera, riportata dal giornale israeliano Haaretz, i ministri degli Esteri hanno scritto: “Saremmo lieti se assumesse la guida della Commissione (Europea) per portare a termine questo importante compito di etichettare i prodotti provenienti dagli insediamenti”.

Hanno poi dichiarato che il continuo proliferare di insediamenti israeliani “minaccia la prospettiva di un equo accordo conclusivo di pace”, aggiungendo che l’etichettatura dei prodotti renderebbe i consumatori consapevoli di ciò che acquistano, come già sostenuto dai leader dell’UE nel 2012.

Israele si oppone all’iniziativa, considerandola un tentativo di isolamento, e ha criticato l’Alto Rappresentante Mogherini, che a dicembre si è recata in visita in Israele e nei Territori palestinesi.

L’UE ha più volte condannato l’espansione degli insediamenti israeliani, definendola una minaccia per il processo di pace in Medio Oriente, che vanifica i tentativi di porre le basi per un futuro stato palestinese.

Un diplomatico dell’UE ha dichiarato “E’ inaccettabile che i prodotti provenienti dagli insediamenti nei territori occupati siano messi sul mercato liberamente”.

“La lettera mostra la determinazione dell’Europa nel mettere in atto gli accordi del 2012”, ha poi aggiunto la fonte che non vuole essere identificata.

La lettera dei ministri degli Esteri ha definito l’etichettatura “un passo importante per l’implementazione di un provvedimento che l’UE sta perseguendo da molto tempo, oltre che per la salvaguardia della soluzione dei due stati”.

La lettera è stata firmata dal ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurtz e redatta, secondo Haaretz, dal suo omologo belga Didier Reynders, anche lui firmatario.

Gli altri Stati firmatari sono Svezia, Malta, Irlanda, Portogallo, Slovenia, Croazia, Finlandia, Danimarca, Olanda e Lussemburgo.

L’Ufficio dell’Alto Rappresentante Mogherini non ha voluto fornire commenti immediati, dichiarando di essere al lavoro per la revisione del rapporto.

Traduzione di Giovanna Niro