Maher al-Akhras: dopo 85 giorni di sciopero della fame, i danni agli organi potrebbero essere permanenti

Tel Aviv-WAFA. L’organizzazione Physicians for Human Right Israel fa sapere, in un comunicato stampa, che il palestinese Maher al-Akhras, in detenzione amministrativa presso lo stato di Israele, potrebbe subire danni permanenti agli organi vitali se non dovesse cessare immediatamente lo sciopero della fame. L’uomo, infatti, sta ormai digiunando da 85 giorni per protestare contro il suo arresto senza alcuna accusa.

In un aggiornamento sulle sue condizioni mediche, la specialista in medicina di famiglia del PHRI, e volontaria, Lena Qassem, ha affermato, dopo averlo visitato nel fine settimana nell’ospedale di Israele dove è attualmente detenuto, che “nonostante al-Akhras sia totalmente cosciente e lucido, fa sempre più fatica a mantenere la concentrazione e soffre di brevi stati confusionali, durante la giornata. Continua a perdere peso, soffre di capogiri e non riesce a mantenere l’equilibrio. Non è in grado di stare in piedi, camminare o girarsi nel letto”.

Qassem ha inoltre aggiunto che al-Akhras soffre di atrofia muscolare e la sua vista e udito stanno gradualmente peggiorando.

“Al-Akhras beve esclusivamente acqua, e rifiuta zucchero, sale e vitamine. Si rifiuta, inoltre, di sottoporsi a qualsiasi esame di monitoraggio, inclusi quelli per controllare i segni vitali, l’ECG e gli esami del sangue”, ha affermato la dottoressa. Rifiutare di sottoporsi ad esami e di ricevere cure mediche, è un fenomeno tipico di chi decide di iniziare uno sciopero della fame.

“Considerando le sue condizioni di salute, dovrebbe essere lui stesso a voler interrompere il digiuno, ricominciando a mangiare gradualmente e sotto supervisione medica. Così facendo dovrebbe impiegare alcuni mesi per riprendersi completamente. Ci vorrà del tempo perché riacquisti la salute – se mai riuscirà a riacquistarla – e perché i suoi organi riprendano a funzionare a pieno ritmo”, ha concluso Qassem.

Traduzione per InfoPal di Sara Origgio