Mene, Tekel, Peres: quattro parole a Israele dal libro di Daniele

Di Davood Abbasi.
Ascoltando la lettura del libro di Daniele (un profeta che per ironia della sorte è proprio sepolto in Iran, a Susa) un giorno sentii la vicenda narrata in esso, quella della mano che all’improvviso apparve alla corte del re babilonese Baldassarre e scrisse tre parole e subito, chissà perché ciò mi ricordò un dramma del mondo di oggi: la Palestina.
Cosa scrisse quella mano che apparve all’improvviso sopra la parete della sala?
Mene, Tekel, Peres (Contati, Bilanciati, Divisi).
Quelle tre parole in aramaico antico che per la similitudine all’ebraico moderno probabilmente capirà bene il regime di Tel Aviv.
Così le interpretò Daniele: “MENE, Dio ha contato i giorni del tuo regno, e vi ha posto termine. TEKEL, tu sei stato pesato sulla bilancia, e sei stato trovato scarso. PERES, il tuo regno è stato diviso, e sarà dato ai Medi ed ai Persiani”.
Tutto ciò avvenne dopo che il re di Babilonia commise un sacrilegio contro il tempio di Gerusalemme, oltre a tutti gli altri soprusi fatti ai figli di Israele.
Ed il giorno in cui ascoltai questa storia mi domandai:
1) Israele non commette quasi giornalmente sacrilegi incitando i coloni ad irrompere nella moschea Al Aqsa di Gerusalemme?
2) Israele, come Nabucodonossor e Baldassarre, non ha praticamente messo in prigione un intero popolo, quello palestinese?
3) “La mano” di Dio si mette in moto solo quando la parte lesa sono gli israeliti?
Eh no!
Dio non è come i media occidentali che martedì parlano di un attentato effettuato dai palestinesi, ma rinunciano a dire che il giorno prima, il giorno prima ancora, e per tanti giorni prima, erano stati gli israeliani ad uccidere.
Com’è che quando un soldato sionista riporta una ferita è Obama in persona a condannare ma quando Israele uccide 2 mila civili a Gaza la condanna arriva al massimo da un vice-segretario dell’Onu?
Le regole del divino non sono discriminatorie e sono immutabili.
Chi uccide, umilia e perseguita gli altri popoli ha i giorni contati e ciò che ha verrà ereditato da altri, più meritevoli.
Dopo 60 anni di occupazione di terre altrui, massacri, genocidi, attacchi e le peggiori persecuzioni, oggi più che mai pare chiaro che Israele si sia auto-condannato a scomparire.
Una scomparsa che il defunto fondatore della rivoluzione islamica dell’Iran, l’Imam Khomeini, ha previsto e che pare più che chiara.
Certo gli analisti politici potrebbero criticare la nostra previsione facendo notare la strapotenza dei sionisti a confronto con i palestinesi, il sostegno occidentale a Tel Aviv e tante altre cose.
Mi chiedo io, non era forte anche il re di Babilonia? Arrivò un certo Ciro a sconfiggerlo e a liberare la povera gente che era stata imprigionata.
Israele verrà sconfitto e sarà la sua stessa ingiustizia e disumanità a motivare la fine dei suoi giorni.