Milizie di Abbas torturano docenti universitari

Ramallah – Pal-Info. Le milizie di Mahmud Abbas, leader di Fatah, hanno intensificato la loro guerra contro i professori universitari palestinesi dell'Università nazionale di an-Najah, nella città di Nablus.

Secondo fonti locali, gli uomini della sicurezza hanno arrestato martedì Hassan as-Safarini, professore di legge. Tutti i docenti attualmente in custodia – che con as-Safarini diventano nove – sono stati catturati sostenendo che si tratti di sostenitori del movimento di Hamas.

Fonti attendibili del carcere Junayd, gestito dall'Autorità nazionale palestinese (Anp), riferiscono inoltre che i nove sono stati sottoposti a pesanti torture fin dal momento del loro arrivo. Il docente d'ingegneria Wajih Abu Eideh, 53 anni, ha subito continue percosse agli arti inferiori, senza alcun rispetto per la sua età o per la sua posizione accademica.

Le pratiche delle milizie di Abbas hanno diffuso la rabbia tra gli studenti universitari e all'interno della comunità locale, hanno aggiunto le fonti.

“La frenetica campagna (…) contro i professori universitari palestinesi è in realtà la fedele applicazione dei piani dei generali statunitensi e israeliani in Cisgiordania, anche se avviene per mano palestinese”, hanno affermato diversi accademici e analisti politici palestinesi, mettendo in evidenzia l'impronta negativa che questo “incide (…) sulla reputazione dell'autorità di Ramallah controllata da Fatah”.

I professori non sono però gli unici ad essere presi di mira dalle milizie: il dipartimento d'intelligence dell'Anp di Nablus ha infatti minacciato di adottare seri provvedimenti contro Nada al-Jayyosi se si fosse rifiutata di presentarsi per un interrogatorio. Suo marito, Majid Hassan, è detenuto nelle carceri israeliane da ben trentatré mesi.

In un'intervista con il Palestine Information Center (Pic), al-Jayyosi ha spiegato di essere stata convocata con la promessa, fattale dal capo dell'intelligence Majid Faraj, che non verrà chiamata di nuovo e che potrà dimenticarsi delle convocazioni.

“Sono madre di nove figli – ha dichiarato – e [le milizie di Abbas] sanno che mio marito si trova ancora nelle prigioni israeliane, e che quindi non posso lasciare da soli i miei ragazzi, perché sono l'unica che porta da mangiare a casa”.

Ha quindi aggiunto: “Dopo aver ricevuto la chiamata, ho contattato lo shaykh Saleh Arory che mi ha consigliato di non rispondere alla convocazione, neanche con la promessa di Faraj. (…) Sono rimasta sorpresa quando gli ufficiali della sicurezza mi hanno chiamata e hanno minacciato di mandare una squadra di donne poliziotto ad arrestarmi se non avessi acconsentito, ma io ho respinto le loro minacce sulla base di quello che mi aveva detto Faraj.”

“Mi chiedo come farebbero i miei figli a distinguere tra la scena degli uomini di Abbas che tentano d'invadere casa nostra e arrestare la loro madre di fronte ai loro occhi, e quella dei soldati israeliani che trentatré mesi fa fecero irruzione e arrestarono il padre davanti a loro” ha commentato al-Jayyosi.

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