Miti e modelli della destra per il sionismo, tra ipocrisia, razzismo e islamofobia

Di L.P. Il presente articolo è un commento e critica all’intervista rilasciata da Matteo Salvini a IsraelHayom, tradotta e pubblicata da InfoPal.

Il 19 gennaio 2020, Matteo Salvini, segretario della Lega, ha rilasciato un’intervista alla testata israeliana IsraelHayom, che InfoPal ha tradotto e ripubblicato. Mi piacerebbe definirla becera e ipocrita, ma so benissimo che purtroppo per analizzare una “cosa” del genere serve qualcosa di più dal momento che i messaggi che passano sono molto sottili e sono di stampo simbolico, politico e culturale.

L’intervista inizia col dire che sono “giorni tumultuosi” per Salvini, i sondaggi dicono che sarebbe dovuto diventare primo ministro, ma che per colpa dei suoi oppositori politici non ce l’ha fatta. Sono “giorni tumultuosi” perché sta affrontando una “persecuzione politica” perché, sempre i suoi oppositori politici, vogliono toglierli, in qualche modo, la sua immunità parlamentare e votare per la realizzazione del processo sul caso Gregoretti riferito a quando era ancora ministro degli Interni.

Vengono citati i suoi meriti ovvero quello di aver “trasformato la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania da un movimento marginale al più grande partito di destra in Italia”; di essere andato al governo con il M5S, di aver fatto tantissime cose belle, di aver “lavorato per fermare efficacemente l’immigrazione clandestina di massa dall’Africa all’Italia, ma è stato ostacolato dal costante insabbiamento dei suoi sforzi”. Quella contro di lui è a tutti gli effetti una persecuzione politica, dal momento che sono i suoi stessi oppositori ad aver usato la magistratura contro di lui: caso Gregoretti, abuso di potere, presunta ricezione di finanziamenti da fonti russe e 49 milioni di euro rubati dal suon partito sono per lui tutti attacchi che la magistratura sta facendo contro di lui.

Insomma lui è l’eroe per eccellenza: “il giusto” contro tutti, “l’innovatore” che ha contro tutti, “la sua voglia di cambiamento” che trova ostacoli in ogni dove. La testata sionista fa una vera e propria apologia di superomismo e dannunzianesimo per la quale Salvini è il salvatore di tutti, a differenza della plebaglia che gli si oppone. Si può affermare razionalmente come questo modo di rappresentare dei personaggi politici sia una forma culturale e simbolica per spazzare via qualsiasi suo oppositore politico, sminuirlo e deriderlo perché “è impossibile opporsi ad uomo come lui”.

Salvini confronta la persecuzione politica di cui è vittima, con la situazione del presidente USA Donald Trump e del presidente israeliano Benjamin Netanyahu, dal momento che affrontano problemi simili e che molte volte per gli stessi motivi sono perseguitati.

Poi all’improvviso nell’intervista si dice che Salvini ha tenuto un dibattito importante su un “nuovo tipo di antisemitismo, quello che si nasconde dietro i sentimenti anti-israeliani”, affermando che bisogna “porre fine all’ipocrisia dei partiti di sinistra, che parlano del boicottaggio di Israele e sostengono uno stato palestinese, l’Iran e il Venezuela”. Secondo Salvini in Italia bisognerebbe adottare la definizione internazionale di “antisemitismo” proposta da IHRA che equipara l’odio per gli ebrei all’opposizione alla colonizzazione sionista delle terre palestinesi.

Fa sorridere che sia proprio Matteo Salvini a parlare di ipocrisia e di antisemitismo quando il suo partito, durante la votazione per la nascita della Commissione Segre contro razzismo e antisemitismo, insieme a Fratelli d’Italia e Forza Italia, si è astenuto.

Impressionante è sentirlo esporsi contro le discriminazioni. Dopo le sue dichiarazioni xenofobiche, la volontà di schedatura di minoranze come Rom e Sinti, il suo linguaggio fatto di “ruspe” e “datemi pieni poteri” e il suo fervido razzismo contro i migranti, fa strano sentirlo parlare contro l’odio antisemita. Secondo Salvini quindi certe categorie possono equivalere a qualcosa che noi concepiremmo come “spazzatura” ed altre categorie invece devono essere difese dall’odio? Cioè alcune persone possono essere discriminate ed altre no?

Il suo discorso risulta traballante ed esclusivo ed imbastisce una narrazione retorica per la quale il movimento BDS sarebbe un movimento contro le politiche israeliane e quindi antisemita. Secondo lui esistono gruppi di accademici in Italia che creano “odio per giustificare l’antisemitismo” o addirittura che “esiste ovviamente l’antisemitismo di piccoli gruppi di minoranze politiche – nazisti e comunisti” o ancora che l’ondata di antisemitismo ci sia stata con “il rafforzamento dell’estremismo islamico e del fanatismo negli ultimi anni” per via de “la massiccia presenza in Europa di migranti provenienti da paesi musulmani, tra cui molti fanatici che ottengono il pieno sostegno di alcuni intellettuali (…) anche in Italia”.

E’ proprio vero che se si ripetono falsità più volte può darsi che diventino realtà. Qua non si tratta di opinioni politiche, qua si tratta di travisamento delle realtà, di strumentalizzazioni di temi politici per pura propaganda. Dove sono e chi sono gli accademici a cui Salvini fa riferimento che odiano gli ebrei? Non esistono, perché quegli intellettuali, che tanto odia Salvini, che si sono posti contro l’occupazione colonialista della Palestina sono anche i primi ad essere contro l’antisemitismo reduce dei regimi nazista e fascista.

Secondo il Segretario della Lega chi odia gli ebrei è uguale a chi giudica ingiusta la sopraffazione di un popolo su un altro popolo equiparando l’antisionismo, portato avanti come critica politica da quella che lui chiama “estrema sinistra”, e l’antisemitismo dei suoi amici di estrema destra derivante dai concetti di “razza” e “supremazia bianca” scritti nel Mein Kampf, il testo sacro del nazismo.

Dico amici perché Salvini nell’intervista nega la sua passata e presente vicinanza con movimenti di estrema destra come Forza Nuova e CasaPound, quando in verità nel 2015 avevano fondato l’associazione “Sovranità” per sostenere la sua candidatura. Purtroppo il progetto è fallito dopo che Salvini ha preferito Berlusconi come alleato e questa mossa non è piaciuta ai leader neofascisti, ma nonostante ciò continua ad avere contatti sia con The Movement, l’associazione fondata da Steve Bannon con il sostegno del sionista dichiarato Sheldon Adelson ed amico di Trump, sia con il meccanismo massmediatico della “Bestia” in cui l’estrema destra neofascista collabora per lo sviluppo del consenso via social media.

Vergognosa è inoltre l’assimilazione delle nozioni di antisemitismo e di antisionismo come se fossero la stessa cosa. Quindi, secondo il suo ragionamento, i Neturei Karta, i Mizrahi e i Falasha, che sono ebrei da sempre repressi e discriminati dall’occupazione sionista, sono antisemiti? Personalità come Moni Ovadia, Zigmund Bauman e Nurit Peled che sono ebree e da sempre criticano le politiche sioniste, sono antisemite? Felicia Langer, morta l’anno scorso a 87 in esilio, deportata ad Auschwitz e sopravvissuta alla Shoah, che aprì il primo studio legale in difesa delle vittime palestinesi, anche lei è antisemita?

Senza parlare inoltre dell’ipocrisia di Salvini sulla correlazione immigrazione – antisemitismo, vedendo i migranti musulmani ancora una volta “i nemici necessari” della sua propaganda islamofobica e razzista. Secondo lui sarebbero i migranti, ovviamente islamici, ad odiare gli ebrei, quando in verità l’antisemitismo in Europa si perde nella notte dei tempi e nasce da matrice cristiana, la religione di cui Salvini rivendica l’appartenenza e i “valori”. Le radici di questa discriminazione sono molteplici e si perdono in secoli di Storia.

Detto ciò, quello che sappiamo sicuramente è che a Salvini è interessato al potere e a chi glielo può garantire una volta diventato premier. Si è infatti preoccupato di affermare che, da primo ministro, riconoscerà Gerusalemme capitale d’Israele e che farà di tutto in Europa per vietare il “movimento antisemita” di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per Israele.

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