Nel 3° anniversario della guerra israeliana su Gaza: si riaprono le ferite dei palestinesi

Gaza – Speciale InfoPal. E' tra il pianto che 'Amer ad-Dayyah, palestinese di 27 anni, ricorda oggi, nel terzo anniversario della guerra israeliana su Gaza, il proprio dramma, quando perse 23 membri della famiglia. 

Erano i giorni a cavallo tra il 2008 e il 2009, e Israele assassinò a Gaza 1.432 palestinesi, ferendone più di 5.400 e mutilandone a vita a centinaia. La guerra durò 22 giorni senza mai arrestarsi.

Era l'offensiva “Piombo Fuso”.

Una guerra dell'aberrazione. Racconta 'Amer: “Mio padre corse a casa a dirci di lasciarla subito. Si trovava nel quartiere di az-Zaytoun, a sud-est di Gaza City, poteva essere troppo vicina a qualche postazione della resistenza e temevamo che un raid aereo la colpisse.

Nell'arco di pochi minuti eravamo tutti fuori. Ci rifuggiammo da alcuni parenti con la speranza di rientrare a fine offensiva. Per nove giorni restammo lì. L'ottavo giorno, venimmo a sapere di un coprifuoco della durata di due ore, così pensammo che fosse giunto il momento opportuno per tornare nella nostra casa”.

22 giorni di bombardamenti costanti. “Vivevamo da giorni tra bombe e droni in volo. Era inquietante, tutta la nostra zona era stata bombardata.

Io e mio fratello maggiore avevamo trascorso anche una notte da amici, perché qualcuno ci diceva che la nostra casa sarebbe stata colpita. Sento ancora le forti esplosioni del buio”.

“Così fu, la nostra casa fu dapprima colpita e danneggiata pesantemente, un secondo razzo colpì l'intero edificio di 4 piani. Tutto divennero macerie. All'interno vi era tutta la mia famiglia: 23 familiari, dei quali molti bambini e donne”.

Famiglie intere furono trucidate in quella guerra. 'Amer assistette al crollo in diretta della propria casa. Svenne e quando arrivarono i soccorsi, riprese coscienza, ma la disperazione era tanta.
“Urlavo e piangevo. Solo tre fratelli erano fuori casa quando Israele la bombardò”.

Nel pianto 'Amer urlava chiedendosi quale fosse la colpa dei suoi familiari: tutti dormivano dopo giorni nei quali l'attacco lasciò tutti in allerta. Non fu possibile recuperare i corpi di tutti subito, alcuni familiari di 'Amer restarono giorni sotto le macerie.

Non può dimenticare chi ha vissuto quella guerra. La famiglia Salehah, residente a nord di Gaza, ha perso sette membri nell'arco di due giorni. Su di essi si scatenò la stessa furia che avrebbe segnato per sempre la famiglia ad-Dayyah.

Yasser è uno dei parenti Saleha e racconta: “Dapprima un drone lanciò un razzo sulla casa di mio zio, composta da due piani. Era l'8 gennaio 2009, il 12° giorno della guerra israeliana su Gaza.
Avrei voluto correre subito per mettere al riparo mio zio, la cui famiglia è composta in maggioranza da bambini. Ero terrorizzato, non ce la facevo e temevo che, vedendo altri civili avvicinarsi alla casa per soccorrerli, Israele avrebbe lanciato missili contro di essi”.

“Infatti, non trascorsero nemmeno cinque minuti, che un altro raid di un F-16 mirò e distrusse l'intera abitazione. Tutti e sette i membri rimasero sotto le macerie”.

Le vittime palestinesi della guerra israeliana su Gaza furono in maggioranza civili

– Su un totale di 1.432 palestinesi assassinati da Israele, in gran parte erano civili: 926

– 313 bambini

– Le donne uccise furono 116

I danni all'economia di Gaza

– Infrastrutture e altri edifici bombardati a Gaza furono a 4.100

costruzioni abbattute completamente:

– 35 moschee

– 120 edifici governativi

– 3 sedi Unrwa

17mila abitazioni danneggiate in modo parziale.

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