Nel Bahrain, il seminario del tradimento

Imemc. Amira Abo el-Fetouh. Durante il regno del sultano ottomano Abdul Hamid, Theodor Herzl fece un’offerta per comprare la Palestina al fine di trasferirvi gli ebrei, ma il Sultano rifiutò l’offerta. La settimana scorsa, il nipote ideologico di Herzl, Jared Kushner, è andato in Bahrain per chiedere agli arabi di vendere la Palestina e per spostare i palestinesi in Giordania, Sinai, Libano, Siria e nel resto del mondo. Gli arabi hanno accettato l’offerta precedentemente respinta dagli ottomani e hanno accettato di venderla a basso costo, per soli 50 miliardi di dollari. Questo è il prezzo di cessione della Palestina, è un decimo di quello che Donald Trump ha ottenuto durante una sola visita in Arabia Saudita. Questo è il prezzo dei nostri martiri e della nostra dignità agli occhi dei signori arabi che sono andati in Bahrain per affrettarsi a normalizzare le relazioni con il nemico israeliano. Sedevano come schiavi ubbidienti, ascoltando il loro maestro, Kushner, che teneva loro una lezione.
 
Il seminario del Bahrain è stato fondamentalmente un mercato per la vendita di terra, dignità e orgoglio per pochi dirham. Corruzione e vergogna hanno raggiunto il livello più alto quando il ministro degli Esteri del Bahrein ha affermato che i palestinesi non avevano il diritto di rifiutare l’accordo, e che lui e i suoi accoliti li avrebbero spinti ad accettarlo.
 
Lo scopo del maledetto “accordo del secolo” è porre fine al conflitto tra gli arabi e Israele senza risolverlo e senza raggiungere un’equa soluzione. Per fare ciò, la normalizzazione deve avvenire tra gli arabi e Israele per mezzo di tangenti presentate sotto forma di investimenti e accordi economici nei territori palestinesi occupati che migliorerebbero le pessime condizioni economiche dei palestinesi, che soffrono per le difficoltà estreme imposte dal nemico israeliano, sia in Cisgiordania che a Gaza. Stanno sostituendo il lato politico della causa palestinese con il lato economico, scambiando denaro e sviluppo economico per politica; questo è l’obiettivo principale del piano americano. Pensano che questi soldi, che saranno certamente del Golfo, accecheranno i palestinesi e faranno dimenticare loro la questione centrale e il progetto nazionale di fondazione del loro stato indipendente. Inoltre invoglieranno i paesi che ospitano i profughi palestinesi a stabilizzarli definitivamente, annullando così il legittimo diritto al ritorno. Dobbiamo tenere a mente la decisione di Trump dello scorso anno di tagliare tutti i finanziamenti all’Unrwa (l’agenzia che fornisce servizi essenziali ai rifugiati palestinesi nei loro miserabili campi, tra cui cibo, assistenza sanitaria e istruzione) e il suo invito rivolto ad altri paesi di fare lo stesso.
 
Per sapere perché Trump ha tagliato i fondi all’Unrwa dobbiamo capire l’importanza di questa agenzia e del suo ruolo. Essa fu istituita nel 1949 dopo la Nakba dell’anno precedente e la conseguente espulsione di non meno di 800 mila palestinesi dalle loro case in Palestina. L’etichetta di “rifugiato” comprende tutti i palestinesi che hanno lasciato la Palestina nel 1948, compresi i loro figli e nipoti, che ora ammontano a 5,4 milioni di persone, secondo le statistiche dell’Unrwa. L’amministrazione degli Stati Uniti considera ciò uno dei principali ostacoli alla pace tra palestinesi e Israele.
 
Il taglio degli aiuti è stato il primo passo rivolto alla fine della questione dei rifugiati, che è la più complicata sul tavolo dei negoziati, e che permette di eliminare in un colpo solo il “diritto al ritorno”. Kushner è il genero e consigliere sionista di Trump; egli ha il compito di chiudere l’Unrwa e di togliere ai palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza lo status di rifugiati in modo che gli americani possano dire che ci sono solo 500.000 rifugiati invece di 5,4 milioni. È qui che è nata l’idea di reinsediare i rifugiati palestinesi nei paesi arabi confinanti, come Egitto, Giordania e Iraq, anche se in realtà è una vecchia idea degli anni Cinquanta, già completamente respinta dai governi arabi al fine di preservare l’identità palestinese. Così non è mai stata concessa ai palestinesi la cittadinanza dei paesi in cui erano rifugiati; sono ospiti nei paesi ospitanti, mantenendo valido il diritto al ritorno. La Lega Araba prese questa decisione quando era ancora un organo serio.
 
Tutto questo non può essere separato dalla Legge sullo Stato Nazione approvata da Israele lo scorso anno, con la quale ha rivelato il suo orrendo razzismo. Questa legge rende la Palestina una terra esclusivamente per il popolo ebraico e l’ebraico l’unica lingua ufficiale nel paese. La legge rende anche gli arabi una minoranza ufficiale e impone ai palestinesi l’inevitabilità di accettare di lasciare lo stato o di accettare di essere cittadini di seconda classe che non hanno il diritto di esigere pari diritti. Questo conferma inoltre le principali menzogne ​​promosse dai sionisti da un secolo, secondo cui la Palestina è la terra del solo popolo ebraico, è la Terra Promessa loro concessa da Dio, la presenza palestinese nel paese è un’occupazione e la guerra del 1948 fu una guerra per liberare la terra dagli “occupanti” palestinesi. I sionisti sostengono anche che la terra su cui stanno costruendo gli insediamenti a Gerusalemme e in Cisgiordania non è “occupata”, ma è semplicemente parte dell’espansione della patria ebraica. Questo è il motivo per cui la Legge dello Stato Nazione afferma che “lo stato considera lo sviluppo degli insediamenti ebraici come un valore nazionale e agirà per incoraggiare e promuovere la sua creazione e il suo consolidamento” e che l’immigrazione che porta alla cittadinanza immediata è concessa solo al popolo ebraico, per porre definitivamente fine alla questione del diritto al ritorno.
 
L’unico obiettivo dietro al seminario del Bahrain rimane quello di perpetuare l’occupazione sionista nei territori palestinesi e la perdita dei diritti dei palestinesi, che nessun arabo palestinese o di mentalità libera accetterà. Non c’è la possibilità che i palestinesi scelgano l’economia a discapito del loro progetto nazionale e del diritto di fondare uno stato indipendente. In effetti, l’aspetto politico di qualsiasi accordo di pace dovrebbe precedere la parte economica, e da esso dovrebbero emergere investimenti e progetti economici per i cittadini palestinesi. Questo è ciò che gli Stati Uniti non capiscono. Credono che i palestinesi si accontenteranno degli incentivi economici come alternativa a uno stato indipendente da lungo tempo richiesto come condizione per qualsiasi negoziato di pace sostenibile con gli israeliani.
 
Il seminario del tradimento del Bahrain è diventato un pantano di vergogna e disonore dal quale non si solleverà più, come tutte le vergognose conferenze che si sono tenute prima di esso allo scopo di normalizzare le relazioni con il nemico israeliano. Tutto questo è destinato alla pattumiera della storia; L’”accordo del secolo” di Trump non passerà inosservato. La nazione araba ha ancora energie e rifiuta di concedere la storica Palestina fintanto che la resistenza di Gaza mostra i denti e non contratta né concede la terra. La pace non si realizzerà se i palestinesi non riceveranno  tutti i loro diritti e non fonderanno uno stato libero e indipendente.
 
Traduzione per InfoPal di Stefano Di Felice