Nella prima metà del 2018: 177 palestinesi uccisi, 20.000 feriti, 3.500 arrestati. E aggressioni a proprietà e luoghi di culto

Quds Press. Un rapporto ufficiale palestinese pubblicato martedì dal Centro di studi “Abdullah Hourani” dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ha reso noto che, durante la prima metà del 2018, le forze israeliane hanno ucciso 177 palestinesi, di cui 152 nella Striscia di Gaza e 25 in Cisgiordania. 

Il rapporto ha sottolineato che circa 20.000 palestinesi sono stati feriti o asfissiati, di cui circa 15.700 nella Striscia di Gaza, e circa 4.400 in Cisgiordania e a Gerusalemme.

Le autorità di occupazione hanno arrestato circa 3.500 palestinesi in Cisgiordania, Gerusalemme e la Striscia di Gaza, tra cui 647 bambini e 68 donne.

Secondo il rapporto, il numero edifici demoliti dall’occupazione durante la prima metà di quest’anno, è di 232, tra cui 51 case e 181 strutture – e 11 casi di “auto-demolizione” a Gerusalemme (quando i proprietari, al fine di evitare di pagare multe salate, demoliscono la propria abitazione su ordine israeliano); 4 case appartenenti a prigionieri e vittime accusate di aver agito contro l’occupazione.

Le demolizioni in Gerusalemme hanno rappresentato il 44 per cento del totale durante la prima metà dell’anno in corso.

Aggressione dei coloni.

16.0000 sono i coloni israeliani che hanno invaso al-Aqsa, compresi i membri del Knesset, il parlamento dell’occupazione. 

Gli attacchi da parte dei coloni in Cisgiordania sono saliti in modo drammatico, e hanno provocato la morte di quattro civili e il ferimento di altri 106, tra cui 19 bambini. Hanno incluso la realizzazione di 27 aggressioni sulle strade che hanno provocato la morte di tre cittadini e il ferimento di 25, tra cui 10 bambini, e 10 episodi di sparatorie che hanno portato alla morte di un cittadino palestinese.

I coloni hanno sradicato e/o incendiato circa 3.550 alberi da frutto, ucciso e/o rubato circa 100 capi di bestiame, hanno danneggiato circa 175 auto.