Netanyahu annuncia che ai palestinesi “annessi” non sarà garantita la cittadinanza israeliana

Palestine Chronicle. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato giovedì 28 maggio che ai palestinesi della Valle del Giordano – che Israele prevede di annettere nelle prossime settimane -, non sarà data la cittadinanza israeliana dopo l’annessione, ma rimarranno parte dell’”enclave palestinese”.

Le dichiarazioni di Netanyahu sono giunte durante un’intervista al giornale Israel Hayom, insistendo sul fatto che l’annessione illegale della Valle del Giordano e di gran parte della Cisgiordania occupata continuerà come previsto.

“Rimarranno un’enclave palestinese. Non è necessario annettere Gerico. Ci sono uno o due comunità. Non è necessario imporre loro la sovranità, rimarranno soggetti palestinesi. Ma ci sarà anche un controllo della sicurezza”, ha detto Netanyahu.

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Si tratta della prima volta in cui Netanyahu discute pubblicamente del destino di oltre 50.000 palestinesi che vivono in parti della Cisgiordania occupata che Israele ha in programma di annettere già a luglio.

Nonostante il cosiddetto “Deal of the Century” di Donald Trump sia stato fortemente criticato dalla comunità internazionale per il mancato rispetto del diritto internazionale e del diritto palestinese all’auto-determinazione, alcuni esponenti della destra israeliana sono ancora insoddisfatti.

Molti israeliani, compresi alcuni del partito Likud di Netanyahu, rifiutano l'”affare del secolo” poiché suggerisce che uno Stato palestinese è ancora possibile sotto determinate circostanze.

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Nell’intervista, Netanyahu ha difeso con vigore il “piano di pace” americano, per aver offerto a Israele un accordo senza precedenti.

“Tutti i piani che ci sono stati offerti in passato includevano la rinuncia a parti di Israele, il ritiro ai confini del 1967 e la divisione di Gerusalemme consentendo al contempo ai rifugiati di entrare in Israele”, ha detto Netanyahu, aggiungendo che “questo piano offre il contrario. Non siamo noi a dover rinunciare a [territori], i palestinesi lo sono.

“(I palestinesi) devono riconoscere che siamo noi a dettare regole di sicurezza su tutto il territorio. Se saranno d’accordo su tutto ciò, avranno la loro entità che il Presidente Trump definisce uno Stato”, ha affermato inoltre Netanyahu.

Secondo il primo ministro israeliano, un diplomatico americano ha assicurato che “non sarà uno Stato” – nel senso che ai palestinesi non sarà concesso uno Stato indipendente – a cui ha risposto, “chiamalo come vuoi”.

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Il 20 aprile Netanyahu e il suo principale rivale Benny Gantz hanno firmato un accordo di coalizione che includeva una clausola per far avanzare il processo di annessione di parti della Cisgiordania, stimata al 30% del territorio totale, già dal 1 luglio.

Il 25 maggio Netanyahu ha rinnovato il suo impegno di annessione.

I palestinesi hanno espresso indignazione, facendo appello alla comunità internazionale per bloccare il passo israeliano, che, se attuato, sarebbe considerato “l’ultimo triste passo verso la fine” della soluzione a due Stati.

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Il 19 maggio il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha annunciato che l’ANP sta annullando tutti gli accordi con Israele e gli Stati Uniti, come risposta diretta ai piani di annessione di Israele.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi