Netanyahu: “L’accordo tra Emirati Arabi Uniti e Bahrein entrerà in vigore solo dopo l’approvazione del Knesset”

Quds PressL’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha comunicato che gli accordi con Emirati Arabi Uniti e Bahrein, firmati martedì 15 settembre a Washington, entreranno in vigore solo dopo essere stati approvati dal Governo e votati dal Knesset, il parlamento israeliano.

Secondo quanto affermato dall’emittente radiofonica ebraica lunedì 14 settembre, la mossa è frutto del tacito assenso di Netanyahu di fronte alle pressioni della destra israeliana a svelare le disposizioni segrete contenute nell’accordo con i due Paesi del Golfo.

La fonte ha citato quanto affermato dal consulente legale dell’ufficio di Netanyahu, Shlomit Barnah-Fargo, sui due accordi tra Israele ed Emirati e Bahrein, i quali “non saranno effettivi una volta firmati, ma dopo che il Governo li avrà ratificati con effetto retroattivo”.

Contestualmente al chiarimento dell’ufficio di Netanyahu, il parlamentare Moshe Arbil, del partito religioso “Shas”, ha chiesto formalmente al Primo Ministro se avesse accettato di congelare la costruzione degli insediamenti in Cisgiordania in cambio di accordi di normalizzazione con gli stati del Golfo.

Nel corso dell’interrogazione, Arbil ha anche chiesto se Netanyahu avesse dato il suo consenso alla creazione di uno stato palestinese.

La sera di domenica 13 settembre, Netanyahu, a capo di una delegazione israeliana, si è recato a Washington per sottoscrivere un accordo di normalizzazione delle relazioni con gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein sotto gli auspici americani, fissando la data della firma al martedì successivo.

La cerimonia per la firma dei due accordi si è tenuta martedì 15 settembre alla Casa Bianca, alla presenza di Netanyahu e dei ministri degli Esteri degli Emirati, Abdullah bin Zayed, e del Bahrein, Abdul Latif Al-Zayani.

L’Autorità Nazionale Palestinese e le fazioni hanno dichiarato il proprio rifiuto nei confronti della normalizzazione, definendola una “pugnalata alle spalle della causa palestinese dopo l’attacco degli Emirati Arabi Uniti”.

Traduzione per InfoPal di Giulia Deiana