Nour, il più giovane detenuto amministrativo palestinese nelle carceri israeliane

A cura dei Giovani Palestinesi d’Italia. Nour è il più giovane detenuto amministrativo palestinese nelle carceri israeliane.
Una notte, la madre di Nour si svegliò, sentendo bussare alla porta di casa, e quando aprì si ritrovò la casa circondata da circa 40 soldati israeliani. 15 soldati e un ufficiale insistettero nell’entrare dicendole che erano venuti per arrestare il figlio. Chiesero di portare i suoi documenti e il computer. La madre si affrettò a svegliare le sorelle perché potessero vederlo un’ultima volta prima dell’arresto, perché in molti casi ai prigionieri palestinesi vengono negate le visite delle loro famiglie.

Nour fu interrogato in una stanza, da solo, nonostante le incessanti e continue richieste della madre di assistere all’interrogatorio in quanto minore e senza un avvocato. I soldati la costrinsero ad aspettare con le figlie e il marito e a ascoltare i soldati che urlavano e minacciavano il loro bambino.
Il tutto durò 10 minuti, finché non fu arrestato per incitamento su Facebook. Lo bendarono, ammanettandolo senza comunicare alla famiglia la causa dell’arresto e nemmeno in che prigione stesse andando. Solo dopo 8 ore fu detto alla madre dove fosse Nour.

Nour ha una famiglia composta da 1 fratello maggiore e 3 sorelle. La prima ha dato alla luce il suo primogenito e Nour non ha avuto la possibilità di vedere suo nipote o di festeggiare in prigione ricevendo una visita di un suo famigliare. Sua madre è stata in grado di vedere suo figlio 1 volta, mentre a suo padre gli sono stati negati i diritti di visita per “motivi di sicurezza”.

Nour restò in prigione 5 mesi e in quel periodo gli fu permesso di vedere sua madre 1 volta. 1 volta. Fu sottoposto a 11 giorni di interrogatorio nella prigione.
Nella prima udienza, il giudice decise di rilasciarlo su una cauzione di 4000 NIS, ma l’accusa insistette per trattenerlo. Di conseguenza, fu trattenuto come detenuto amministrativo per 4 mesi.
L’accusa sosteneva che Nour fosse una minaccia per la sicurezza.

Passati i 4 mesi, l’ordine fu rinnovato di 3 mesi perché l’accusa sosteneva ancora fermamente che fosse una minaccia per la sicurezza. Bisogna ricordare che Nour è stato precedentemente arrestato 2 volte durante il 2016 (15/16 anni) e ogni detenzione durò 1 settimana sotto le accuse di incitamento.

A Nour, come alle centinaia di bambini palestinesi detenuti in prigione, viene continuamente negato il diritto dell’ istruzione. Così facendo il governo israeliano fa perdere interi anni scolastici ai bambini palestinesi rovinando il loro futuro e rallentando il processo di istruzione. Stando in prigione, i bambini sono costretti a crescere prima del loro tempo, privati della loro infanzia. Questo è un altro gioco sporco che il governo israeliano mette in pratica cercando di colpire i sentimenti di bambini e ragazzi innocenti.

Il caso di Nour testimonia il fatto che l’occupazione non distingue tra bambino e adulto e non prende in considerazione gli effetti psicologici. Questo dimostra palesemente che l’intenzione dell’occupazione è puntare sui bambini per separare le famiglie e farle sentire impotenti e incapaci di salvare i propri figli dalle ingiustizie.

Il governo di questa occupazione illegale cerca di usare questa strategia di controllo a suo favore, ignorando tutte le leggi e le convenzioni che proteggono i bambii e i loro diritti.

La data presupposta per il rilascio 1.11.2017 è stata rimandata.

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