Noura al-Hashlamoun, Madre Coraggio, ha rifiutato la deportazione in Giordania.

Hebron – Infopal. E’ una Madre Coraggio mediorientale, dei nostri tempi, che lotta contro le mostruosità del sistema giudiziario israeliano. Rapita due anni fa dalla forze di occupazione, sta subendo il carcere amministrativo, una forma di abuso e di tortura psicologica imposta contro un numero crescente di cittadini palestinesi, contro i quali non esistono imputazioni.

E’ la signora Noura al-Hashlamoun, 37 anni, di Hebron, a cui le autorità israeliane avevano offerto un’"alternativa" al posto del carcere amministrativo: la deportazione in Giordania, per tre anni, con i suoi sei figli.

La donna ha risposto "no". Lo ha reso noto ieri il Palestine News Network.

Anche queste pressioni fanno parte dell’ingiustizia e delle violazioni israeliane perpetrate con il popolo palestinese. Ricordiamo che a Hebron vivono centinaia di coloni ebrei fondamentalisti e violenti, protetti dall’esercito israeliano, che hanno come obiettivo svuotare città e dintorni dei suoi abitanti palestinesi.

La signora al-Hashlamoun sta subendo la carcerazione amministrativa, senza imputazioni e senza processo alcuno, da quando è stata rapita, due anni fa. Al marito tocca la stessa sorta. A casa, sono rimasti i loro figli, senza genitori: Fida’, Tahrir, Hanin, Mohammad, Baha’, Jihad e Saraya.

La coraggiosa madre ha fatto sapere a numerosi gruppi per la Difesa dei Diritti umani di aver rifiutato l’offerta in quanto "illegale" e "in violazione del diritto internazionale".  

L’anno scorso, la donna ha intrapreso uno sciopero della fame duranto 22 giorni, ricevendo conferma che sarebbe stata liberata, e a marzo di quest’anno ne ha iniziato un altro, durato quasi un mese. Tutto, invano. Complessivamente, ha ricevuto 8 proroghe alla sua prigione amministrativa, e ora le autorità di occupazione stanno pensando di rinnovarle ancora un altro periodo.

Sono 950 i cittadini palestinesi in detenzione amministrativa, uno dei tanti abusi giuridici imposti da Israele. Il totale dei prigionieri politici supera gli 11.000.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.