NRC: 10 attacchi al mese all’istruzione palestinese da parte delle autorità israeliane e dei coloni

Amman-WAFA. Le forze israeliane, le guardie di sicurezza private e i coloni hanno lanciato una media di circa 10 attacchi al mese ad asili e scuole, personale e strutture in Cisgiordania, tra gennaio 2018 e giugno 2020, ha rivelato giovedì un nuovo rapporto del Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC) – il Raided and Razed: Attacchi all’istruzione in Cisgiordania.

Nell’arco di 30 mesi sono 296 gli attacchi all’istruzione palestinese, avvenuti in 235 incidenti differenti, perpetrati da parte delle forze israeliane o dai coloni e dalle guardie di sicurezza private degli insediamenti.

Le forze israeliane sono, di fatto, responsabili di tre attacchi su quattro. Questi includono le incursioni dei soldati nelle scuole, molestie, arresti e aggressioni sui bambini, non solo nelle scuole ma anche ai posti di controllo. Vengono sparati colpi contro ragazzini e viene impedito agli insegnanti e agli studenti di raggiungere le proprie scuole. A tutto ciò si aggiungono le demolizioni totali di scuole e la confisca di attrezzature – molte delle quali vengono finanziate dall’Unione Europea e dai governi europei.

“Israele, in quanto stato occupante, ha fallito nell’assicurare ai bambini palestinesi un sicuro accesso all’educazione. Le forze militari israeliane hanno praticamente impedito ai bambini di studiare e hanno demolito delle scuole costruite per comunità vulnerabili in Cisgiordania”, ha affermato il Segretario generale del NRC, Jan Egeland. “Le politiche e le pratiche di Israele hanno creato attorno alle scuole della Palestina un ambiente di costante terrore che traumatizza i bambini, infrangendo, inoltre, l’obbligo ai sensi del diritto internazionale di non compiere attacchi contro l’istruzione”.

Incoraggiati dalla retorica ultra-nazionalista, i coloni israeliani hanno preso d’assalto scuole e presso a sassate scuolabus, danneggiando e vandalizzando le proprietà scolastiche. Nablus e Hebron sono state particolarmente colpite e insieme rappresentano circa l’80% di tutti gli episodi registrati a danno dell’istruzione, compiuti da coloni o da guardie di sicurezza private degli insediamenti nel periodo in esame.

Il dodicenne Mahmoud, che frequentava la scuola secondaria Burin, a Nablus, è stato colpito alla testa da un lacrimogeno sparato dai soldati nel cortile della scuola, quando i coloni armati si sono riuniti fuori dall’edificio scolastico il 2 febbraio dello scorso anno.

“Non ho visto il lacrimogeno arrivare perché c’era troppo fumo e non riuscivo ad aprire gli occhi. E non respiravo bene”, ha detto Mahmoud, che è stato ospedalizzato in seguito all’incidente. “Mi ha colpito in testa e ho incominciato a sanguinare”.

In 41 attacchi le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o messo a rischio di demolizione strutture scolastiche, proprietà, attrezzature e materiali. Le comunità di beduini/pastori dell’Area C della Cisgiordania – sotto il totale controllo di Israele – sono state particolarmente danneggiate da questi attacchi. Le autorità israeliane ordinano regolarmente uno stop ai lavori e danno ordini di demolizione, sequestrano materiali e radono al suolo le scuole insieme ad altre strutture utilizzate a scopi educativi, inclusi i progetti di aiuto umanitario finanziati da donatori.

Haitham, 12 anni, di Jabal Al-Baba ha spiegato la ragione per cui non esiste una scuola nella sua comunità, situazione che lo costringe a camminare tra la polvere e il fango per 30 minuti ogni giorno per raggiungerne una: “L’esercito di occupazione non ci consente di avere una scuola. L’abbiamo costruita ma è stata demolita. La costruiremo di nuovo. Anche se l’esercito la demolisce, noi la ricostruiremo”.

Nel frattempo, se Israele dovesse ufficialmente annettere parti della Cisgiordania al proprio territorio, in totale violazione delle leggi internazionali, aggraverebbe la già fragile condizione delle scuole, tagliando fuori dal sistema scolastico più di 18.000 studenti, danneggiando la loro educazione, oltre a danneggiare gli insegnanti e il personale, secondo quanto affermato dall’Organizzazione norvegese per i diritti.

L’NRC ha esortato Israele a rispettare l’obbligo di non attaccare gli scolari e l’istruzione e ha invitato gli altri governi a fare pressione su Israele affinché questo rispetti le regole internazionali e assicuri un accesso all’istruzione sicuro per i bambini palestinesi.

Traduzione per InfoPal di Sara Origgio