Obama ad Aipac tra retorica e ambiguità: ‘Non esiteremo a ricorrere alla forza contro l’Iran’

Obama ad Aipac tra retorica e ambiguità: ‘Non esiteremo a ricorrere alla forza contro l’Iran’

Washington – Agenzie. Sebbene il linguaggio usato sia stato definito dai più “stizzito”, è emerso comunque l’accordo di Usa e Israele su un intervento militare contro il programma nucleare iraniano. Ieri, in seno alla Conferenza dell’American Israel Public Affairs Committee (Aipac) era presente per l’Italia il presidente della Camera, Gianfranco Fini

“Mi pare chiaro il messaggio di Obama in riferimento alla diretta necessità di proteggere Israele nell’area, e vorrei ricordare l’impegno in tale direzione del presidente Giorgio Napolitano”, ha riferito Fini alla stampa italiana.

Tra le varie questioni affrontate sulle molteplici instabilità mediorientali, è stata la produzione nucleare di Teheran ad essersi riconfermata il nucleo degli interventi.

Obama crede nelle sanzioni e nel pressing diplomatico prima di una guerra e, tuttavia, nel discorso tenuto ieri ad Aipac, il presidente americano ha promesso di reagire “con tutti i mezzi a disposizione” per impedire all’Iran di produrre la bomba atomica.

Le difficoltà Usa derivano dal periodo di campagna elettorale nel quale i canditati repubblicani non risparmiano ai democratici l’accusa di essere troppo duri con Israele e di non esserlo invece, con l’Iran.

A questa battaglia sul fronte interno si aggiunge l’imbarazzo conseguente all’attacco Usa all’Iraq (2003), attaccato preventivamente in base ad accuse del tutto simili.

Per Israele bisogna agire preventivamente, mentre alcuni funzionari Usa non sono dello stesso parere poiché “non ci sono al momento informazioni sufficienti per ritenere il pericolo nucleare iraniano attendibile o imminente”.

Secondo Obama: “In queste settimane, parlando con una certa ricorrenza di attacco militare, abbiamo solo favorito l’Iran. Per non parlare del rincaro del petrolio”.

“Non è tempo di un degenerare della situazione, proprio per il bene della sicurezza di Israele come per la nostra pace e sicurezza”.

Senza necessariamente schierarsi a fianco dell’approccio interventista preventivo di Netanyahu, Obama ieri ha quindi ammesso di condividere l’esistenza di una “linea rossa” oltre la quale eventualmente attaccare l’Iran, qualora Teheran dovesse superarla. Tuttavia non è chiaro quale sia il limite di questa “linea rossa” e, soprattutto, se Usa e Israele concordino su uno stesso limite.

“Se verrà meno lo spazio per il dialogo, non esiteremo ad attaccare”, aveva chiarito Obama.

Citando le parole dell’ex presidente americano Roosevelt, Obama ha amesso di “poter usare il bastone e la carota….così che l’Iran potrà capire la nostra determinazione e farsi una ragione del nostro coordinamento con Israele”.

Obama aveva incontrato Netanyahu il giorno prima, mentre solo oggi quest’ultimo interverrà alla Conferenza Aipac.

Non poteva dirsi altro che soddisfatto Netanyahu, per l’intervento di Obama.
“Tutte le opzioni sono sul tavolo, secondo Obama”, ha detto Netanyahu, il quale intravede nelle parole del presidente Usa, “la libertà di spingersi con facilità oltre la politica di contenimento pur di colpire l’Iran”.

Per questo, Netanyhau ha apprezzato la legittimità riconosciuta da Obama a Israele nella difesa contro qualunque minaccia.

“I suoi leader devono sapere che l’America non prevede una politica di contenimento quanto semmai di prevenzione della produzione nucleare dell’Iran. Nel corso di tutta la mia presidenza sono stato coerente nell’affermare ciò e non esiterò a ricorrere alla difesa degli Stati Uniti e dei nostri interessi”, aveva concluso il presidente Usa.

Daniel Levy, analista della Fondazione News America, ha commentato: “Pur senza piegarsi alla versione di Netanyahu, Obama ha messo in chiaro la risolutezza del proprio impegno (verso Israele, ndr)”.

Per altri resta poco chiaro se la retorica usata da Obama contro l’Iran sia sufficiente ad allontanare i piani militari israeliani contro Teheran.

Per il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, “l’Iran si sta avvicinando a una zona di immunità” dal momento che potrebbe essere in grado di proteggere le proprie centrali nucelari da attacchi israeliani, ma non dagli americani.

E sono in molti, tra i funzionari statunitensi, a credere che il discorso tra Obama e Netanyhau diventi più incisivo quando avviene in privato, mentre restano i dubbi sulla trasparenza della comunicazione da parte israeliana nell’eventualità in cui lo Stato ebraico dovesse decidere di attaccare l’Iran in autonomia.

“Sono seduti a parlare di tattiche”, ha riferito David Axelrod al programma televisivo di ABC “This week”.

Non sono mancati coloro che intravedono il rischio di un ulteriore sentimento anti-americano nei mondo islamico, di riflesso a questa tendenza delle parti a lasciare nell’ombra le rispettive posizioni.

Per Dennis Ross, consigliere americano per il Medio Oriente: “Israele vede con positività l’ampiezza dell’ambito in cui si sta disputando l’intera questione, dal momento che sull’affare ‘nucleare iraniano’ è sollecitata tutta la comunità internazionale, e pare non essere turbato dall’eventualità di un precipitare della situazione globale”.

Agenzie:

Ma’an

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al-Arabiya