OCHA: Demolizioni illegali in Cisgiordania durante la pandemia

Imemc. Il periodo dal 1 marzo al 31 agosto 2020 ha visto la demolizione o la confisca di 389 strutture di proprietà palestinese in Cisgiordania – in media 65 al mese -, il più alto tasso di distruzione negli ultimi quattro anni.

All’inizio della pandemia COVID-19, le autorità israeliane hanno indicato che avrebbero frenato la loro politica di lunga data di demolizione delle case palestinesi. Purtroppo, tuttavia, le demolizioni nel periodo marzo-agosto 2020 hanno lasciato 442 palestinesi senza tetto, esponendone molti ai rischi associati alla pandemia. Solo nel mese di agosto, 205 persone sono state sfollate, più che in qualsiasi altro singolo mese da gennaio 2017.

Oltre alle case, le proprietà prese di mira hanno incluso strutture idriche, igieniche e utilizzate per l’agricoltura, minando l’accesso di molti a mezzi di sussistenza e servizi. Inoltre, 50 delle strutture erano state donate ai palestinesi come aiuti umanitari, e la loro distruzione ha colpito i più vulnerabili, minando le operazioni di emergenza.

Di particolare preoccupazione è il maggiore uso da parte delle autorità israeliane di una procedura accelerata (Ordine 1797) per la rimozione di strutture appena 96 ore dopo la consegna di un avviso, impedendo così ai proprietari di fare appello presso un organo giudiziario.

Quando le autorità israeliane demoliscono, o costringono le persone a demolire, case e fonti di sostentamento, tipicamente citano la mancanza di permessi di costruzione, che è quasi impossibile per i palestinesi ottenere a causa del regime di pianificazione restrittivo e discriminatorio.

La distruzione di proprietà in un territorio occupato è vietata dal diritto internazionale umanitario, a meno che non sia assolutamente necessario per le operazioni militari.

Inoltre, la demolizione di strutture essenziali durante il periodo della pandemia COVID-19 è particolarmente preoccupante in quanto aggrava ulteriormente la situazione generale in Cisgiordania.

La pandemia ha aumentato i bisogni e le vulnerabilità dei palestinesi, che sono già intrappolati nell’anormalità della prolungata occupazione militare. Le demolizioni illegali aggravano tali vulnerabilità e devono cessare immediatamente.