OCHA: Rapporto sulla protezione dei civili | 6-19 ottobre

Ochaopt.org.

  • La stagione della raccolta delle olive, iniziata il 7 ottobre, è stata interrotta da 19 incidenti causati da persone ritenute, o note, per essere coloni israeliani. Ventitré agricoltori palestinesi sono stati feriti, più di mille alberi di ulivo sono stati bruciati e una grande quantità di olio è stata rubata. Gli eventi si sono verificati nelle periferie del villaggio di Burqa (Ramallah), dove i coloni hanno preso a sassate e hanno fisicamente aggredito i raccoglitori di olive palestinesi in tre diverse occasioni, scatenando degli scontri. Le forze armate israeliane sono intervenute in uno di essi, ferendo 14 palestinesi e facendo bruciare 30 ulivi con i gas lacrimogeni. I restanti ferimenti sono stati registrati nelle aree agricole vicino alla cittadina di Huwwara (Nablus) e nei villaggi di Ni’lin e Beitillu (Ramallah). Nei pressi degli insediamenti israeliani di Mevo Dotan (Jenin), circa 450 alberi di ulivo sono stati bruciati e distrutti, dopo che gli agricoltori palestinesi del villaggio di Ya’bad sono stati attaccati dai coloni e cacciati via dai soldati israeliani. Sono stati inoltre bruciati e danneggiati alcune centinaia di alberi di ulivo nell’area chiusa dietro la Barriera. In altre dieci località, adiacenti agli insediamenti israeliani, gli agricoltori palestinesi hanno trovato i loro alberi di ulivo vandalizzati o derubati delle olive. Alcuni degli incidenti hanno avuto luogo nell’area ad accesso ristretto, dove le autorità israeliane permettono ai palestinesi di entrare solo due/quattro giorni durante l’intera stagione della vendemmia.
  • Sono stati registrati altri quattro attacchi da parte di persone ritenute coloni. Un bambino palestinese di un anno è rimasto ferito dal lancio di pietre sferrate verso l’auto su cui viaggiava, nel governatorato di Betlemme. Nella vicina Al Khader, quaranta alveari sono stati dati alle fiamme e sono andati completamente bruciati. Nell’area della Fariya, nella valle settentrionale del Giordano, alcuni pastori palestinesi sono stati attaccati da gruppi di coloni, e una delle loro pecore è stata uccisa. Nel villaggio di Jalud (Nablus), i pali e i cavi dell’elettricità, che forniscono energia ai locali agricoli, sono stati tagliati e danneggiati.
  • Le autorità israeliane hanno annunciato l’agevolazione nel rilascio dei permessi di accesso alle terre situate dietro la Barriera, di proprietà degli agricoltori palestinesi, durante la stagione della vendemmia. In una lettera a un gruppo israeliano per i diritti umani, HaMoked, le autorità israeliane hanno specificato che coloro che avevano ottenuto un permesso per accedere alle terre nella stagione del raccolto precedente, avrebbero avuto garantito il nuovo permesso. L’autorizzazione deve essere ritirata negli uffici israeliani di coordinamento e collegamento distrettuale (DCL). Questa disposizione non è però valida per coloro che hanno a carico delle “restrizioni di sicurezza”. A seguito di queste normative, l’ufficio DCL è stato preso d’assalto più volte negli ultimi mesi, facendo crescere le preoccupazioni riguardo il possibile aumento di diffusione del COVID-19.
  • Ottantacinque palestinesi, tra cui almeno undici bambini, e due soldati israeliani sono stati feriti durante gli scontri in Cisgiordania (al di là dei già citati incidenti legati ai raccolti). La maggior parte degli incidenti sono stati registrati nei campi dei rifugiati di Al Am’ari, Al Jalazoun (Ramallah), Al Arroub (Hebron) e Balata (Nablus), in seguito a operazioni di ricerca e arresto e ad incidenti causati da lanci di pietre. Ad Al Jalazoun, i soldati hanno lanciato gas lacrimogeni all’interno di una scuola di bambini che, a quanto si dice, ha risposto lanciando delle pietre. A loro volta i soldati sono intervenuti facendo irruzione nella scuola e chiudendo gli studenti nelle classi. Cinque palestinesi sono stati feriti durante alcuni scontri scoppiati durante l’aratura dei campi nell’insediamento di Elon More, area che i coloni israeliani hanno già tentato più volte di conquistare per realizzarvici un avamposto militare. I restanti feriti sono stati registrati durante altri scontri o nel tentativo di passare i confini di Israele attraverso lo sfondamento della Barriera. Nel complesso, 21 palestinesi sono stati colpiti da proiettili di gomma e 10 da veri proiettili, mentre i restanti feriti sono stati prevalentemente soccorsi a causa di inalazioni di gas lacrimogeni.
  • Le forze armate israeliane hanno effettuato 126 operazioni di ricerca e arresto e catturato 132 palestinesi nella Cisgiordania occupata. Metà delle operazioni sono state registrate nel governatorato di Gerusalemme. Nel quartiere di Al-‘Isawiya, a Gerusalemme Est, si sono verificate attività di polizia giornaliere, con l’arresto di 30 palestinesi, tra cui 13 bambini.
  • Il 16 ottobre un gruppo armato palestinese di Gaza ha sparato un missile nella zona sud di Israele, colpendo uno spazio aperto e non provocando feriti. In almeno 30 occasioni, le forze armate di Israele hanno aperto un fuoco di avvertimento vicino alla recinzione perimetrale e al largo della costa di Gaza, per imporre restrizioni all’acceso, azioni che non hanno causato alcun ferito.
  • Il 18 ottobre le forze armate di Israele sono entrate a Gaza e hanno demolito dei terreni a circa 400 metri dalla recinzione perimetrale, a est di Khan Younis, distruggendo diversi dunum di coltivazioni e i sistemi di irrigazione. Secondo quando riportato da fonti israeliane, le operazioni avrebbero dovuto presumibilmente mirare a distruggere i tunnel scavati dai gruppi armai palestinesi.
  • In tre incidenti nell’area C, le autorità israeliane hanno demolito o confiscato otto strutture di proprietà palestinese per mancanza di permessi di costruzione, lasciando 12 persone sfollate. Cinque delle strutture erano in due comunità nell’area di Massafer Yatta, Hebron, zona “di tiro” per l’addestramento militare israeliano. Le restanti tre hanno avuto luogo nella comunità di Al Farisiya-Khallet Khader, nella valle del Giordano, grazie all’ordine militare 1797, che rende possibili le demolizioni entro 96 ore dall’emissione di un “ordine di rimozione”. Nessun incidente è stato registrato ad est di Gerusalemme, in seguito all’annuncio di Israele del 1° ottobre di sospendere le demolizioni a causa della pandemia di COVID-19.
  • Un israeliano è stato ferito, mentre nove veicoli targati israeliani, che viaggiavano all’interno della Cisgiordania occupata, sono stati danneggiati da bottiglie di vernice lanciate da alcuni individui che, secondo le fonti israeliane, sono stati riconosciuti come palestinesi.

Traduzione per InfoPal di Sara Origgio