Ogni palestinese consuma in media 87 litri di acqua al giorno

MEMOL’ufficio centrale palestinese di statistica (PCBS), l’Autorità palestinese per l’acqua (PWA) e il Dipartimento meteorologico palestinese hanno rivelato che il palestinese medio consuma 87,3 litri di acqua al giorno.

Secondo le statistiche congiunte emesse da queste tre istituzioni, questa stima ha poi raggiunto i 90,5 litri al giorno in Cisgiordania, registrando un chiaro miglioramento negli ultimi anni a seguito del completamento di progetti idrici che hanno agevolato l’aumento delle risorse idriche e una conseguente riduzione degli sprechi.

Attualmente a Gaza, la quota pro capite ha raggiunto 83,1 litri, con una diminuzione di 5,2 litri rispetto allo scorso anno, a seguito della crescita della popolazione. Ciò tiene conto degli alti tassi di inquinamento idrico e della quantità di acqua potabile adatta al consumo umano che, divisa per la popolazione, equivale a soli 22,4 litri di acqua dolce pro capite al giorno.

A causa del controllo di oltre l’85% delle risorse idriche palestinesi da parte di Israele, il consumo del palestinese medio è nettamente inferiore rispetto alla raccomandazione globale sul consumo minimo di acqua. 

La quantità di acqua estratta dal bacino costiero nella Striscia di Gaza è stata di 177,6 milioni di metri cubi durante il 2018, considerata non sufficiente. Questo ha causato l’esaurimento delle riserve idriche a un livello inferiore ai 19 metri sotto il livello del mare e ha provocato l’infiltrazione di acqua salata e di acque reflue nel bacino idrico, pari a oltre il 97% delle acque del bacino costiero, rendendolo così incompatibile con gli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

La Palestina si avvale principalmente dell’acqua estratta da fonti sotterranee, che rappresentano il 77% delle risorse disponibili.

Nel 2018 la quantità di acqua prelevata dai pozzi delle falde acquifere (le falde acquifere orientali, occidentali e nord-orientali) in Cisgiordania ha raggiunto circa i 99 milioni di metri cubi. Il consumo limitato delle acque superficiali è principalmente causato dal controllo da parte delle autorità di occupazione delle acque del fiume Giordano e dalla prevenzione dei palestinesi dall’uso delle acque delle valli.

Secondo i dati diffusi nello stesso anno, la Palestina ha iniziato a produrre quantità di acqua desalinizzata con l’avvio degli impianti di desalinizzazione a Gaza, per aumentare significativamente la produzione di acqua nei prossimi anni con l’attuazione del programma centrale di dissalazione.

Le misure israeliane limitano ulteriormente la capacità dei palestinesi di sfruttare le loro risorse naturali, in particolare l’acqua, costringendoli a compensare la carenza acquistando acqua dalla compagnia idrica nazionale israeliana, Mekorot. La quantità di acqua acquistata per uso domestico ha raggiunto 85,7 milioni di metri cubi nel 2018, ovvero il 22% della quantità di acqua disponibile, stimata in 389,5 milioni di metri cubi, di cui 25,5 milioni di metri cubi provenienti dall’acqua delle sorgenti palestinesi, 274,2 milioni di metri cubi da pozzi sotterranei e 4,1 milioni di metri cubi di acqua desalinizzata.

Escludendo i 177,6 milioni di metri cubi di acqua estratta dal bacino costiero nella Striscia di Gaza, per non aver rispettato gli standard dell’OMS, per aver rimosso in particolare il 45,5% dell’acqua disponibile per il consumo dei palestinesi, a questi ultimi rimangono solo 211,9 milioni di metri cubi, compresi gli importi acquistati da Mekorot, l’acqua desalinizzata e le acque sotterranee.

I dati forniti dal Dipartimento meteorologico palestinese per l’anno 2019 mostrano che i tassi di precipitazione variavano tra i 780 mm a Nablus e i 137 mm a Gerico, mentre la piovosità media annua era di 660 mm a Nablus e 166 mm a Gerico. Le piogge si sono concentrate nella maggior parte dei governatorati nel mese di dicembre.

Il rapporto meteorologico del 2019 indicava che le temperature tendevano ad essere più alte della media per la maggior parte delle località. L’aumento più elevato è stato registrato a Gerico di 2,5 ° C, mentre era inferiore dello 0,2% alla media complessiva di Ramallah.

Lo stesso resoconto ha segnalato che i tassi di evaporazione in Palestina sono aumentati nella maggior parte delle basi disponibili, con il più alto livello di evaporazione a Gerico che raggiunge 2.416 mm e il più basso a Ramallah di 1.708 mm.

I dati hanno confermato che l’umidità relativa per l’anno 2019 variava tra il 43% a Gerico e 75% a Nablus. Il tasso di umidità più basso si è registrato nel mese di maggio raggiungendo il 29% a Gerico, mentre la percentuale più alta è stata registrata a marzo a Ramallah, toccando l’87%.

(27 giugno 2016, Cisgiordania. Una ragazza palestinese riempie le taniche di acqua sorgiva a Salfit [Nedal Eshtayah/Apaimages]).

Traduzione per InfoPal di Rachele Manna.