OLP: l’accordo del Vaticano con la Palestina è un contributo alla giustizia

331371CBetlemme-Ma’an. L’OLP ha elogiato le dichiarazioni con cui il Vaticano ha annunciato di essere in procinto di firmare il primo accordo con la Palestina, considerando la firma come un “vero e proprio contributo alla pace e alla giustizia”.

“Il significato di questa decisione supera gli ambiti politici e legali e raggiunge quelli simbolici e morali, e invia a tutte le persone di coscienza il messaggio che il popolo palestinese merita il diritto all’auto-determinazione, al riconoscimento formale, alla libertà, e a uno stato”, ha affermato in un comunicato Hanan Ashrawi, membro del Comitato esecutivo dell’OLP.

L’accordo è nella sua fase finale e sarà presentato alle autorità per l’approvazione, prima di essere sottoposto alla firma ufficiale, secondo quanto ha riferito il Vaticano a AFP, mercoledì.

Anche se è la prima volta che la Chiesa cattolica romana firma un trattato con lo Stato della Palestina, il Vaticano ha riconosciuto lo stato dal febbraio 2013.

“La Santa Sede ha identificato lo Stato della Palestina in quanto tale, dal momento del voto da parte dell’Assemblea generale dell’ONU, nel novembre 2012”, ha detto a AFP il portavoce del Vaticano, Federico Lombardi.

“Nel suo elenco annuale, il rappresentante palestinese viene indicato come il rappresentante dello Stato della Palestina”, ha aggiunto.

L’annuncio del Vaticano giunge poco dopo la notizia che Papa Francesco canonizzerà due suore palestinesi del XIX secolo, questa settimana.

Ashrawi, dell’OLP, considera l’imminente canonizzazione un valore aggiunto alla decisione vaticana, evidenziando un rapporto di lunga data tra il Vaticano e i Palestinesi.

“E’ un’affermazione di identità, cultura e narrativa palestinese in Palestina come Terra Santa”, ha aggiunto Ashrawi.

Israele ha immediatamente reagito con disappunto alla notizia del Vaticano.

“Israele ha ascoltato con disappunto la decisione della Santa Sede di concordare una formulazione finale di accordo con i Palestinesi, compreso l’uso del termine ‘Stato palestinese'”, ha affermato un funzionario del ministero degli Esteri israeliano in un comunicato non firmato.

“Un tale sviluppo non favorirà il processo di pace e allontana la leadership palestinese dalla ripresa dei negoziati bilaterali. Israele studierà l’accordo e prenderà in considerazione la fase successiva”, ha detto il funzionario.

L’accordo, della gestazione di 15 anni, potrebbe essere firmato questo fine settimana durante una visita del presidente palestinese Mahmoud Abbas in Vaticano per la canonizzazione delle due nuove sante palestinesi.

Esprime “la speranza del Vaticano per una soluzione della questione palestinese e del conflitto tra Israeliani e Palestinesi secondo la soluzione a due stati”, ha dichiarato Antoine Camilleri, vice ministro degli Esteri della Santa Sede.

In un’intervista con L’Osservatore Romano, il giornale del Vaticano, Camilleri ha detto di sperare che “l’accordo possa, anche in modo indiretto, aiutare i Palestinesi nella creazione e il riconoscimento di uno Stato della Palestina indipendente, sovrano e democratico”.

La posizione del Vaticano è stata letta dall’OLP come un riconoscimento “de facto”.

“Ciò include il riconoscimento dei confini del 1967 e quindi di Gerusalemme Est palestinese, una presa di posizione coraggiosa da parte del Vaticano”, ha detto un funzionario palestinese anonimo.

L’Autorità Palestinese considera il Vaticano uno dei 136 Paesi che ha riconosciuto la Palestina come Stato, anche se il numero è controverso e molti riconoscimenti da parte di quelli che ora sono Stati membri dell’Unione Europea risalgono al periodo sovietico.

(Papa Francesco e Mahmoud Abbas in Vaticano, il 17 ottobre 2013)

Traduzione di Edy Meroli