Oltre 80 prigionieri politici nelle prigioni dell’Autorità in Cisgiordania

Ramallah – Quds Press. Il Comitato delle Famiglie dei Prigionieri Politici ha annunciato che i dati raccolti indicano la presenza di più di 80 prigionieri politici nelle carceri dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese.

In un comunicato stampa ricevuto da “Quds Press” mercoledì 20 maggio, Il Comitato ha reso noto che i servizi di sicurezza di Hebron, a sud della Cisgiordania, tengono prigionieri 18 cittadini di cui cinque sono studenti di scuola superiore, sei universitari e due sono professori che insegnavano nelle zone rurali, in aggiunta ad un leader di Hamas.

Il Comitato ha inoltre dichiarato che i servizi di sicurezza di Nablus, nord della Cisgiordania, trattengono 17 cittadini, tra cui quattro studenti universitari, un membro del Fronte Popolare ed un altro del Partito Popolare Palestinese.

Il comunicato ha sottolineato che il numero dei prigionieri nelle carceri dell’Autorità a Ramallah e ad Al-Bireh, Cisgiordania centrale, ammonta a nove cittadini: un giornalista, uno studente universitario ed un insegnante, oltre a tre detenuti il cui arresto avvenne tre anni fa.

Secondo i dati del Comitato delle Famiglie dei Prigionieri Politici il numero degli arrestati a Betlemme è pari a due, quelli di Tulkarem sono invece nove, tra cui uno studente universitario, e nove anche quelli di Qalqilya, comprendenti un solo studente universitario e tre persone recluse da più di sei anni.

Il Comitato ha riferito anche che i servizi di sicurezza dell’Autorità detengono sette cittadini a Jenin, tra di essi due membri del movimento del Jihad Islamico in prigione da marzo 2010, insieme a due studenti universitari. Gli organi di sicurezza trattengono invece un solo cittadino a Salfit. Altri sette a Toubas, tra cui due capi rispettivamente del Jihad Islamico e di Hamas e due professori di una scuola.

A Gerusalemme, le forze di sicurezza trattengono 3 cittadini. Uno di questi è un ex-prigioniero con già 15 anni di reclusione alle spalle nelle carceri delle forze d’Occupazione, che prima dell’arresto era scampato ad un tentato omicidio ad opera di agenti dei servizi segreti palestinesi.

Per contro, i servizi di sicurezza palestinesi operanti in Cisgiordania negano che nelle proprie carceri si trovi anche un solo prigioniero politico, sottolineando di limitarsi a trattenere gli accusati di possesso di armi e di traffico di denaro, insieme a tutti coloro che violano la legge.

Traduzione di Alessandro D’Accordi