Onu: 25 edifici palestinesi distrutti in una settimana

Foto da www.alresalah.ps.

Gerusalemme – InfoPal. Secondo l’Ufficio delle Nazioni uUite per gli Affari umanitari (Ocha), nel corso dell’ultima settimana le autorità israeliane hanno distrutto 25 tra edifici e infrastrutture appartenenti ai palestinesi, colpevoli – ufficialmente – di averli costruiti senza la licenza israeliana.

Lo ha affermato la stessa agenzia in un report sulla situazione nei territori palestinesi occupati, sottolineando che, considerati gli ultimi due mesi, si è trattato del numero più alto di distruzioni operate in una sola settimana.

In particolare, l’occupazione israeliana ha abbattuto quattro condomini, 11 strutture per il bestiame, tre camere di commercio agricole e sette pozzi per l’acqua: questo ha portato alla cacciata di 30 persone, tra cui 18 minorenni, e al danneggiamento delle condizioni di vita di otto famiglie.

Il rapporto aggiunge quindi che le strutture “eliminate” nell’anno 2012 hanno raggiunto quota 209, mentre il totale di persone sfrattate ammonta a 418, la maggior parte minori. Il bilancio delle operazioni di abbattimento è invece di 13 alla settimana, contro le 12 del 2011.

Sempre secondo il documento dell’Ocha, le aggressioni delle forze di occupazione e dei coloni, durante l’ultima settimana, hanno colpito 38 palestinesi; inoltre, i coloni hanno tagliato 250 alberi d’olivo, la maggior parte nel villaggio di Beitlo (distretto di Ramallah), portando così il numero totale di olivi distrutti dai coloni a circa 2160 nel solo 2012.

Nella Gerusalemme est occupata, due famiglie sono state invece sfrattate dalle loro abitazioni con la forza, per far posto a coloni che si sono trasferiti nelle case con l’aiuto delle stesse forze di occupazione; altre due famiglie avevano subito la stessa sorte lo scorso febbraio. In tutto, questi sfratti hanno portato alla cacciata di ventidue cittadini palestinesi, tra cui 11 al di sotto dei 18 anni.

Nella stessa zona, precisa il rapporto citando come fonte l’organizzazione israeliana “Peace now”, un progetto approvato dalle autorità competenti prevede la costruzione di decine di unità residenziali coloniali.