ONU: Situazione dei diritti umani disastrosa nei Territori palestinesi occupati

New York-PIC. Da detenzione arbitraria e deprivazione deliberata ad attacchi contro civili e spostamenti forzati, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra’ad al-Hussein, ha espresso “forti preoccupazioni”, lunedì, sull’attuale situazione dei diritti umani nel Territorio palestinese occupato.

Informando il Comitato sull’esercizio dei Diritti inalienabili del popolo palestinese, Zeid – che è anche a capo dell’ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, OHCHR – ha espresso preoccupazione per la drammatica escalation di violenza lungo il confine tra la Striscia di Gaza e Israele negli ultimi mesi, in cui sono state uccise decine di civili palestinesi.

“Ricordo a tutte le parti che qualsiasi uso sproporzionato o indiscriminato delle armi che porta alla morte e al ferimento di civili è proibito dal diritto internazionale umanitario”, ha affermato l’Alto Commissario Zeid, avvertendo che questa escalation potrebbe potenzialmente minacciare la pace in una regione molto più vasta.

Nel suo briefing, il capo dell’OHCHR ha evidenziato le terribili condizioni che i palestinesi di Gaza continuano a sopportare. Si è rammaricato del fatto che queste regolari ondate di violenza “aggravano la già grave crisi umanitaria”, che ha denunciato come “interamente creata dall’uomo e interamente prevenibile”, compresa ” a crescita vertiginosa della disoccupazione e della povertà, le infrastrutture fatiscenti, il record di dipendenza alimentare e il fosco orizzonte politico”.

La grave crisi finanziaria attualmente affrontata dall’UNRWA, che svolge un ruolo cruciale nella fornitura di protezione, istruzione e servizi sanitari, nonché impiego per le popolazioni di rifugiati, potrebbe aggravare ulteriormente la situazione, ha aggiunto.

Riguardo alle recenti “scioccanti uccisioni” lungo la recinzione di Gaza durante le manifestazioni della “Grande Marcia del Ritorno”, ha osservato che il Consiglio dei Diritti Umani ha deciso a maggio di inviare una commissione d’inchiesta internazionale indipendente.

“È essenziale che le autorità cooperino con la futura Commissione per mettere in evidenza la responsabilità di queste uccisioni, così come di tutte le presunte violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani internazionali”, ha detto Zeid, aggiungendo che “anche se Israele ha messo in atto una serie di meccanismi di responsabilità, ci sono serie preoccupazioni che questi non siano conformi agli standard internazionali di indipendenza, imparzialità ed efficacia”.

Ha sottolineato che sarebbe “vitale affrontare le cause profonde delle recenti manifestazioni”, cioè le “condizioni di vita gravemente inadeguate” a Gaza.

Nella sua dichiarazione, Zeid ha menzionato l’adozione, a luglio, da parte di Israele, della Legge Basica dello Stato nazionale, affermando che essa “collega saldamente  il concetto di discriminazione intrinseca alle comunità non ebraiche, in particolare ai cittadini arabi di Israele e ai residenti della Gerusalemme Est occupata” e che “potrebbe anche accendere ulteriormente le tensioni”.

L’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha continuato a sottolineare che la pianificazione e la costruzione degli insediamenti israeliani continuano “senza sosta” nella Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme Est.

“Dall’inizio del 2018, gli attacchi dei coloni verso i palestinesi sono aumentati fino a raggiungere la media mensile più alta degli ultimi tre anni”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda le demolizioni e gli sfollamenti forzati di famiglie palestinesi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, nonostante si fossero rallentate dopo il picco raggiunto nel 2017, continuano a verificarsi mensilmente, con 366 strutture demolite nella sola Cisgiordania – tra cui 11 scuole – l’anno scorso.

Altre violazioni che infrangono il diritto internazionale citate dall’Alto Commissario comprendono: l’aumento delle restrizioni alla circolazione, l’intimidazione quotidiana da parte di soldati ai posti di blocco, la violenza dei coloni e le molestie, il trasferimento forzato e la continua esistenza del muro di separazione.

Zeid ha sottolineato anche la difficile situazione di centinaia di bambini palestinesi detenuti da Israele, alcuni senza nessun capo d’accusa, sotto il cosiddetto sistema di “detenzione amministrativa”. Si stima che attualmente siano presenti 440 palestinesi.

“Queste aggressioni ai diritti fondamentali smantellano la fiducia nelle istituzioni; spogliano le strutture sociali che consentono la pacifica risoluzione delle controversie e creano una polveriera in cui ogni lampo di conflitto può innescare conseguenze gravi e imprevedibili”, ha concluso.

Lunedì scorso, il Comitato Speciale delle Nazioni Unite per le Indagini sulle pratiche israeliane riguardanti i “Diritti Umani del popolo palestinese e di altri Arabi dei Territori Occupati” ha anche denunciato il deterioramento della situazione dei diritti umani per i palestinesi, dopo la loro missione annuale in Giordania.

Traduzione per InfoPal di Laura Pennisi