Organizzazione per i diritti esorta l’Egitto a riaprire il valico di Rafah

Gaza-InfoPal. Il Centro palestinese per i diritti umani, Himaya, ha espresso profonda preoccupazione per l’aggravarsi della crisi dei valichi della Striscia di Gaza, e ha chiesto di porre una fine immediata alla sofferenza dei viaggiatori palestinesi e revocare l’assedio imposto su Gaza.

In una conferenza stampa tenuta domenica 15 settembre presso la sede del centro a Gaza, Mohammed al-Nahhal, il direttore, ha dichiarato:”I palestinesi soffrono ancora a causa delle restrizioni sulla libertà di viaggio e di movimento da e per la Striscia di Gaza, adottate dalle forze di occupazione israeliane nei valichi di frontiera che collegano lo Stato ebraico alla Striscia di Gaza. Le autorità di occupazione insistono nel sottoporre i viaggiatori ai controlli di sicurezza prima di permettere l’accesso. Ed è questo il pretesto adottato dalle forze di occupazione per impedire agli abitanti di Gaza di viaggiare attraverso il valico di Beit Hanoun (Erez), e non aprirlo di fronte a tutti i cittadini palestinesi”.

Ha aggiunto: “Questa sofferenza è aumentata drammaticamente dopo i recenti sviluppi avvenuti in Egitto e le restrizioni imposte sul valico di Rafah, che collega la Striscia di Gaza all’Egitto. Con le nuove restrizioni, le autorità egiziane consentono l’accesso solamente a quattro categorie di viaggiatori. I possessori di documenti di soggiorno, gli studenti iscritti alle istituzioni universitarie all’estero, i titolari di passaporti stranieri e i pazienti. Per tutti gli altri palestinesi il valico rimane chiuso a tempo indeterminato. Non solo, a causa delle condizioni di sicurezza nella penisola del Sinai, anche a coloro che appartengono alle categorie sopracitate, l’accesso al valico di Rafah non è garantito, di fatto, rispetto al numero di quelli iscritti nelle liste dei viaggiatori, un numero molto ridotto riesce a viaggiare ”.

Ha quindi spiegato che quasi cinquemila passeggeri sono in attesa di attraversare il valico di Rafah entro la fine di settembre, dopo che il ministero dell’Interno di Gaza ha precluso la possibilità di altre iscrizioni per questo mese, dal momento che ogni giorni viene consentito l’accesso ad un numero che si aggira tra i 50 a i 250 passeggeri.

Al-Nahhal ha ritenuto che le restrizioni imposte dalle autorità di occupazione da più di sette anni sulla circolazione dei cittadini della Striscia di Gaza “hanno aggravato la crisi, causando danni ingenti ad un numero crescente di cittadini, in particolare i pazienti e gli studenti che studiano all’estero, gli uomini d’affari e i giornalisti”. Inoltre, ha aggiunto il direttore del centro, “le restrizioni hanno rafforzato la divisione tra Gaza e la Cisgiordania”.

Il centro, pur prendendo in considerazione la situazione in Egitto e i delicati sviluppi relativi alla sicurezza nel Sinai in questi ultimi giorni, auspica che le autorità egiziane prendano atto della sofferenza dei palestinesi nella Striscia di Gaza e, in particolare, quelli che appartengono alle categorie ammesse dall’Egitto, e il cui numero è aumentato notevolmente in questi ultimi giorni a causa della frequente chiusura di Rafah, e la riduzione, a circa 250 al massimo, del numero di passeggeri ammessi”, ha aggiunto al-Nahhal.

Ha quindi fatto un appello alle autorità egiziane perché riaprano il valico e consentano a tutti i viaggiatori iscritti alle liste di attraversarlo, oltre a ripristinare i ritmi di lavoro a quelli precedenti (al golpe militare), consentendo a tutti i palestinesi provenienti da Gaza di accedere al territorio egiziano.

Ha anche esortato le autorità di occupazione a riaprire i valichi di frontiera con la Striscia di Gaza di fronte a tutti i cittadini, e a concederli la libertà di movimento, in linea con le disposizioni del diritto internazionale umanitario.

Infine, al-Nahhal ha esortato la comunità internazionale, il Consiglio di sicurezza, l’Onu e tutte le organizzazioni per i diritti umani ad “assumersi le proprie responsabilità verso la Striscia di Gaza e esercitare delle pressioni sulle autorità di occupazione al fine di garantire ai palestinesi, residenti a Gaza, il diritto di viaggiare attraverso i valichi”. Ha anche chiesto di abolire, in linea con  le convenzioni internazionali, le restrizioni imposte sui palestinesi e permetterli di muoversi liberamente tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania.