Osservatorio Euro-Med: ‘Insufficiente l’azione int.le contro i crimini israeliani’

Osservatorio Euro-Med: ‘Insufficiente l’azione int.le contro i crimini israeliani’

‘Amman – InfoPal. Amani as-Sinawar, direttrice regionale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani, denuncia: “L’occupazione israeliana è responsabile di costanti violazioni e lede ogni aspetto della vita della comunità palestinese. Nessuno viene risparmiato: dalla Cisgiordania alla Striscia di Gaza”.

“La metodologia delle violazioni commesse da Israele è pianificata e preordinata, colpisce l’intera popolazione palestinese i cui Diritti Umani sono fortemente deteriorati. I crimini commessi da Israele sono quotidiani”.

Divieti e restrizioni alla libertà di movimento, umiliazioni presso i posti di blocco, furto dell’acqua, attività ittica piegata con il conseguente peggioramento delle condizioni di vita di 70mila palestinesi di Gaza, i quali dalla pesca potenzialmemnte traevano sostentamento.

Detenzione israeliana di bambini palestinesi. E’ una delle più gravi violazioni alla legge internazionale. 132 bambini palestinesi restano nelle prigioni israeliane, 20 hanno meno di 16 anni.
300 palestinesi sono in detenzione amministrativa: sono bambini, giornalisti e deputati palestinesi. As-Sinawar rammenta la condanna dell’Onu di due anni fa.

Sulle recenti offensive israeliane contro Gaza, con l’assassinio di civili e combattenti della resistenza, la responsabile afferma: “Vengono assassinati a sangue freddo, sono esecuzioni fuorilegge e vanno perseguite”.

Inadeguatezza. Suonano forti le parole della direttrice dell’Osservatorio quando rileva l’insufficienza dell’azione internazionale in Palestina: “Numerosi enti per i Diritti Umani operano sul campo e tuttavia le condizioni dei diritti  palestinesi sono estremamente peggiorate. Queste realtà si limitano a fare monitoraggio senza prendere decisioni legali atte a perseguire i crimini commessi dagli israeliani.

“Per questo credo che sugli operatori dell’informazione ricada un’importante responsabilità, dal momento che gli enti presposti a monitorare i Diritti Umani sono deboli e subiscono le minacce dell’occupante israeliano”.

La percezione in Europa. Sull’opinione circa le violazioni israeliane in campo occidentale e statunitense, as-Sinawar nota come siano aumentate critiche e condanne verso Israele, soprattutto in Gran Bretagna e Svizzera dove le politiche israeliane e le aggressioni su Gaza trovano una forte sfida.

“La solidarietà con i palestinesi è cresciuta, soprattutto sull’onda della protesta nelle prigioni dell’occupazione, con lo sciopero dei detenuti e, similmente il boicottaggio della produzione israeliana ha raggiunto importanti traguardi.

“Il livello di violazioni contro i detenuti va letto insieme al protrarsi delle detenzioni in isolamento e si cita il caso di Dirar as-Sisi”. Sulle detenzioni amministrative, as-Sinawar menziona 4 casi di proroghe successive alla firma dell’accordo e l’arresto di altri 19 palestinesi.

Legislazione israeliana della discriminazione. As-Sinawar torna a parlare della detenzione di minori: “Il governo di Israele convive con una legge che fa una netta distinzione tra minori palestinesi e israeliani. I palestinesi sono considerati minori dall’età di 16 anni, gli israeliani a 18 anni. Questo doppio standard è una violazione alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia”.

Ma il responsabile dell’ente per i Diritti umani va oltre e parla di tortura e delle pressioni, fisiche e psicologiche, inflitte da Israele ai minori palestinesi nel corso di arresti e detenzione.

“Israele ha arrestato 19 minori palestinesi, tutti d’età inferiore a 16 anni, contravvendendo alla sua stessa legge e in tutti questi casi i minori sono stati accusati di aver lanciato pietre o di aver preso parte a manifestazioni pacifiche contro Muro d’Apartheid e colonie israeliane”.

Documentare le violazioni. L’Osservatorio è impegnato nel coordinamento con agenzie ufficiali Onu per riportare al massimo dell’attenzione la situazione nelle prigioni e questo è stato il lavoro svolto di recente in Europa a livello parlamentare e per i Diritti Umani.
L’obiettivo è rafforzare il ruolo esecutivo dell’Onu successivo alla raccolta delle violazioni israeliane.
“Abbiamo bisogno di maggiore cooperazione e di più informazioni”, dice as-Sinawar, ricordando la ricorrenza della Giornata internazionale per le vittime di tortura.

“Israele ha indugiato a lungo prima di firmare il testo della Convenzione contro la Tortura, perché conosce bene le implicazioni sulle responsabilità civili”.

Concludendo, as-Sinawar fa un quadro generale: dalla Comissione Landau per “legalizzare la pratica della tortura in Israele” alla complicità del personale medico nelle prigioni.

“Questo vale per prigioni intese come strutture penitenziarie, ma non dimentichaimo che la tortura è praticata da Israele nei confronti dei palestinesi ovunque ci sia la possibilità: frontiere, posti di blocco e nel corso di raid contro le comunità palestinesi”.