Osservatorio Euro-Mediterraneo: 14 giornalisti palestinesi arrestati nel 2012

Ginevra-InfoPal. L’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani ha condannato le continue persecuzioni israeliane ai danni dei giornalisti palestinesi, oggetto di detenzioni arbitrarie prolungate, senza la possibilità di conoscere le accuse contro di loro e nemmeno il diritto di difendersi.

In un comunicato stampa diramato domenica 17 febbraio, l’Osservatorio ha reso noto che nel 2012, le autorità israeliane hanno effettuato 14 arresti arbitrari ai danni dei giornalisti, sottoponendo la maggior parte dei quali alla detenzione amministrativa, vietata a livello internazionale, e privando loro della possibilità di conoscere le loro accuse o difendersi da esse. Inoltre, su raccomandazioni dell’Intelligence, Israele ha protratto la detenzione di alcuni giornalisti per un periodo aggiuntivo.

L’Euro-Mediterraneo ha sottolineato l’arresto del giornalista Mohammed Saba’na, dal giornale palestinese al-Hayat al-Jadida, avvenuto lo scorso 16 febbraio, al valico di frontiera di al-Karama, mentre era in procinto di accedere ai territori palestinesi, considerando tale arresto un’ulteriore prova delle violazioni israeliane della libertà di stampa e parola nei territori palestinesi, e chiedendo l’immediato rilascio del giornalista, e il risarcimento per il torto subito.

L’ente per i diritti umani ha avanzato forti dubbi circa la natura stessa degli arresti, sostenendo che questi ultimi avvengono proprio per motivi legati all’impegno dei giornalisti nell’esporre i fatti, e sottolineando il caso del giornalista ‘Amer Abu ‘Arafe, che ha trascorso 18 mesi in detenzione amministrativa illegale, arrestato il giorno dopo aver condotto un’intervista con una famiglia palestinese di Hebron, cui le autorità israeliane hanno arrestato cinque membri in un giorno solo.

All’inizio di quest’anno, le autorità israeliane hanno rilasciato alcuni giornalisti, che hanno trascorso vari periodi in detenzione amministrativa, senza accusa. Si è trattato di Walid Khaled, con un anno e mezzo di detenzione amministrativa, Nawwaf al-‘Amer, 13 mesi, Amin Abu Warda, 10 mesi e Samer ‘Allawi, che ha subito 49 giorni consecutivi di interrogatori violenti.

L’Osservatorio ha aggiunto che le violazioni israeliane non si sono limitate agli arresti, i giornalisti palestinesi sono stati convocati continuamente per essere interrogati, le loro attrezzature sono state confiscate, è stato vietato a loro di filmare e fotografare e sono stati aggrediti fisicamente mentre erano impegnati a svolgere le loro attività nei punti caldi.

L’Euro-Mediterraneo, che ha sede a Ginevra, ha esortato il governo israeliano a porre fine alle aggressioni perpetrate dalle sue forze di sicurezza contro i giornalisti palestinesi, che non commettono alcun reato nell’esercitare la loro professione, invitando a sospendere immediatamente la politica della detenzione amministrativa, a garantire processi equi ai giornalisti nel caso avessero infranto la legge, e rilasciarli, provvedendo a risarcirli in caso contrario.

L’Osservatorio ha avvertito che proseguire tali aggressioni, rappresenta una violazione delle basi fondamentali della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, e del Patto internazionale sui diritti civili e politici. In aggiunta al fatto che la detenzione amministrativa di per sé è un crimine secondo la IV Convenzione di Ginevra, che concede ai giornalisti il diritto di coprire i conflitti armati, considerandoli dei civili che non possono essere aggrediti, in nessuna circostanze, a meno che non siano partecipi al conflitto in atto.

L’Osservatorio ha anche ammonito che le autorità israeliane, continuando a colpire i giornalisti, saranno responsabili penalmente di fronte all’Onu e le sue organizzazioni. Di fatto, la Divisione d’Appello della Corte penale internazionale ha riconosciuto che i giornalisti impegnati nelle aree di guerra, assolvono un servizio di interesse pubblico, dal momento che attirano l’attenzione della comunità internazionale sugli scandali che avvengono durante i conflitti armati, il che obbliga la comunità internazionale a fornire loro tutta la protezione e assicurazione necessaria, oltre ad imporre delle sanzioni, a livello planetario, contro coloro che mettono a rischio la vita dei giornalisti.