Palestinese assassinato in ‘Iraq. Ulama’: ‘Responsabile la propaganda di governo’

Baghdad – Imemc, InfoPal. La Società per la Fratellenza palestinese-irachena ha reso noto l’ultimo fatto di cronaca ai danni dei palestinesi in ‘Iraq: l’assassinio di un palestinese, avvenuto tre giorni fa, presso un centro d’interrogatorio delle forze di sicurezza irachene a Baghdad.

Emad ‘Abdel Salam Abu Rabi’ aveva 30 anni, ed era stato catturato dalla polizia irachena mentre tornava a casa dal lavoro.

La vittima era sposata e aveva due figli. Suo fratello aveva subito una sorte simile un anno fa, quando era stato ucciso da ribelli a Baghdad. Abu Rabi’ proveniva dal campo profughi di al-Burej, nella Striscia di Gaza, ma era nato e cresciuto in ‘Iraq.

Sa’ad Khalil, del gruppo palestinese-iracheno, chiede ora all’Autorità palestinese (Anp) di intervenire nella questione dei palestinesi in ‘Iraq perché esposti agli attacchi di polizia e milizie locali.

La comunità palestinese in ‘Iraq vive per la maggioranza ad est di Baghdad da almeno 30 anni.

Durante la guerra (invasione americana del 2003), circa 2.500 famiglie palesitnesi non ebbero altra scelta se non lasciare il Paese, e da allora vivono ancora nei campi profughi sul confine Iraq-Siria. Molti hanno perso la vita in questi campi a causa delle drammatiche condizioni di sopravvivenza. Tra le vittime vi sono anche bambini.

I palestinesi in ‘Iraq sono sottoposti a continue aggressioni, vengono rapiti e assassinati nel silenzio. Dal 2003, dall’invasione americana del Paese, il fenomeno è aumentato. Per Khalil, il motivo è riconducibile ad appartenenze settarie, ma anche per la passata posizione del regime di Saddam Hussein nei loro confronti.

Sul caso di ‘Abdel Salam è intervenuta l‘Associazione degli Ulama’ iracheni, che ha chiesto all’Onu di fermare i crimini contro i palestinesi in ‘Iraq.

Numerosi sono scomparsi e altrettanti sono nelle prigioni irachene.

Si punta il dito contro la propaganda del governo atta a incitare l’odio verso la comunità palestinese perseguitata in ‘Iraq con arresti e assalti, insulti e altre aggressioni.