I Palestinesi ricordano il 67° anniversario dalla Nakba a Ramallah

331326CRamallah-Ma’an. Migliaia di Palestinesi hanno commemorato, mercoledì, il 67° anniversario dalla Nakba chiedendo nuovamente di ritornare nelle loro città, villaggi e terre che furono costretti ad abbandonare nel 1948.

Durante un festival a Ramallah, gruppi di persone sono partite dalla tomba di Yasser Arafat andando verso l’omonima piazza sventolando bandiere palestinesi, bandiere nere e cartelli e leggendo i nomi delle città e dei villaggi palestinesi distrutti.

Il corteo era guidato da un gruppo musicale di militari.

Il governatore di Ramallah e del distretto di al-Bieh, Laila Ghannam, ha affermato in un discorso, a nome del presidente, che Gerusalemme deve tornare alla sua gente nonostante i piani di Israele per “giudaizzarla”.

Ghannam ha aggiunto che il popolo palestinese porta con sé ancora le chiavi delle case dalle quali fu cacciato nonostante siano già passati 67 anni.

Un membro del comitato esecutivo dell’OLP, Zakariya al-Agha, ha detto che la Nakba ha portato ad una realtà di sofferenza che è tuttora in corso.

Al-Agha ha inoltre detto che nonostante siano passati 67 anni la gente palestinese non dimentica e che ha il diritto storico e legale di ritornare nelle proprie case dalle quali è stata sfollata nel 1948.

Ha messo in guardia sul fatto che il piano israeliano di dichiararsi stato ebraico minaccia 1,5 milioni di Palestinesi che vivono nel paese e minaccia il ritorno di 5 milioni di rifugiati che furono mandati via da queste terre nel 1948.

Al-Agha ha aggiunto che “vista la continuazione dell’occupazione in tutte le sue forme contro i Palestinesi, visto l’aumento degli insediamenti e il rifiuto del governo israeliano di obbedire alla volontà internazionale, noi sollecitiamo la decisione dell’OLP di bloccare tutte le forme di negoziazione fino a quando gli insediamenti non vengano fermati, una consultazione in un processo internazionale di pace, la previsione di un scadenza che porti alla fine dell’occupazione e la liberazione dei prigionieri”.

“Siamo di fronte ad un governo di estrema destra”, ha detto, “e ciò è una disgrazia per i Palestinesi dato che si oppone alla creazione di uno stato palestinese, si rifiuta di tornare ai confini del 1967, non permette il ritorno dei rifugiati ed insiste su Gerusalemme come sua eterna capitale, il che ci richiede, quindi, di accrescere la nostra unità nazionale e di ristabilire la riconciliazione”.

Al-Agha ha chiesto alla comunità internazionale di prendersi le proprie responsabilità di fronte ai Palestinesi e alla loro causa.

Il segretario generale del consiglio dei ministri palestinese, Ali Abu Diak, ha detto che dopo 67 anni dalla Nakba, Israele compie ancora crimini e massacri contro i Palestinesi.

Abu Diak ha anche aggiunto che, nonostante le sofferenze ed il blocco israeliano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, i Palestinesi non si stancheranno di chiedere il loro diritto al ritorno e di avere Gerusalemme come propria capitale.

Ha affermato che il governo continuerà a lavorare per porre fine alle divisioni e per difendere i siti religiosi e Gerusalemme, e fornirà supporto ai Palestinesi e ai rifugiati in tutti i campi profughi.

(Nella foto: Beit Nabala era un villaggio palestinese distrutto nel 1948. MaanImages)

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi