Parlamentare di Hamas accusa l’ANP di cercare di mettere in ginocchio Gaza

Gaza-Ma’an. Sabato, un parlamentare di Hamas con sede a Gaza ha accusato l’Autorità Palestinese di aggravare le sofferenze dei residenti di Gaza aggiungendo enormi tassazioni sul carburante che fa funzionare la sua unica centrale elettrica.

In una dichiarazione, Atif Udwan, che presiede un comitato economico nel Parlamento palestinese, ha affermato che l’ANP aggiunge una tassa del 130 per cento “per arricchire il suo budget a danno di Gaza, dei suoi dolori e del black-out”.

Udwan accusa inoltre l’ANP di “essere un partner diretto dell’occupazione israeliana del blocco di Gaza e della sofferenza dei residenti come una punizione per il loro supporto alla resistenza”.

Il parlamentare ha aggiunto che la ferma volontà e la risoluzione della resistenza di Gaza “sventano i tentativi dell’ANP di mettere in ginocchio Gaza”.

Questi tentativi, aggiunge, vengono messi in pratica intensificando il blocco, chiudendo le frontiere, inasprendo le crisi di potere, rifiutandosi di pagare gli stipendi ed impedendo il processo di ricostruzione.

Queste affermazioni sono le ultime in una guerra di parole tra i due amministratori palestinesi.

Venerdì, l’ambasciata dell’Autorità Palestinese al Cairo ha accusato Hamas di impedire agli studenti di Gaza di lasciare il territorio dopo che l’Egitto ha riaperto il confine di Rafah per tre giorni, la settimana scorsa.

L’ambasciata ha affermato che Hamas ha impedito a 115 studenti che studiano all’estero di lasciare Gaza, sostenendo che non c’è stata alcuna organizzazione per il passaggio.

Gli studenti hanno ricevuto l’approvazione dall’Egitto per attraversare, ha sostenuto l’ambasciata, ma le autorità di Hamas a loro volta hanno accusato l’ambasciata di non riuscire a gestire i loro permessi.

I funzionari di frontiera palestinesi hanno dichiarato che 830 palestinesi a Gaza hanno utilizzato il valico, che è stato riaperto martedì per tre giorni.

Il ministro palestinese degli Affari Interni asserisce che vi sono 25 mila casi umani in lista d’attesa per usufruire del valico per ricevere cure mediche o per continuare gli studi all’estero.

Il blocco israelo-egiziano del piccolo territorio ha portato a frequenti crisi umanitarie e conflitti armati con Israele e sta attualmente ostacolando l’entrata –  garantita dalla comunità internazionale – di materiale da costruzione per la ricostruzione della devastata Striscia.

Traduzione di Domenica Zavaglia