PCHR: “Le forze di sicurezza israeliane hanno inasprito le sanzioni arbitrarie in Cisgiordania”

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La polizia israeliana uccide deliberatamente civili palestinesi nella Gerusalemme Occupata.

Da giovedì 1 ottobre 2015, in Cisgiordania, e particolarmente nella Gerusalemme occupata, si assiste a una grave escalation di violenze da parte delle forze di sicurezza israeliane e dei coloni contro i civili palestinesi e le loro proprietà.

Le forze di sicurezza israeliane hanno circondato Nablus, in seguito all’uccisione di un colono e di sua moglie, a sud est della città.

I coloni hanno sferrato una serie di attacchi indiscriminati ai danni dei civili palestinesi, delle loro auto in strada e delle case nei pressi dei villaggi adiacenti agli insediamenti.

In questo contesto di tensioni crescenti e incitamenti razziali da parte dei coloni, sabato 4 ottobre, le forze israeliane hanno deliberatamente ucciso un civile palestinese a Gerusalemme, mentre il ragazzo fuggiva da coloni che lo stavano seguendo e picchiando.

Secondo le forze di sicurezza, la vittima ha cercato di pugnalare un quindicenne, che avrebbe riportato lievi ferite, e poi ha tentato la fuga lungo la Street no. 1, dove la polizia lo ha raggiunto e lo ha colpito a morte.

Anche qualora questo fosse vero, le forze di sicurezza avrebbero potuto arrestare il palestinese, che, al momento dell’uccisione, era a una certa distanza e non costituiva una minaccia reale né per gli agenti né per i coloni.

Sabato mattina, le forze israeliane hanno ucciso un civile palestinese del villaggio di al-Eesawiyya, nella Gerusalemme Est occupata.

Secondo le indagini del PCHR e le dichiarazioni dei testimoni oculari, nelle prime ore della mattinata, un gruppo di coloni ha seguito Fadi Samir Mostafa Elwan (19), proveniente dal villaggio di al-Eesawiyya, a nord est di Gerusalemme est, mentre camminava nel quartiere di al-Mesrara.

Lui ha cercato di fuggire lungo la “Haim Barlev Street no. 1”. In quel momento, è arrivata una pattuglia della polizia israeliana, che lo ha bloccato; poi, un agente ha sparato 7 proiettili a distanza ravvicinata, uccidendo Elwan.

I fatti si sono svolti in presenza dei coloni, che incitavano la polizia a sparare. I video diffusi dai media israeliani mostrano un folto gruppo di coloni che circonda e picchia Elwan mentre cammina nelle strade di al-Mersrara.

Quando hanno iniziato a seguirlo, il ragazzo si è agitato, la polizia israeliana è arrivata sul posto e lo ha ucciso.

Un altro video diffuso dai media israeliani mostra i coloni e continuano a maltrattare e trascinare il cadavere, intonando slogan di vendetta contro gli arabi.

Le forze di sicurezza israeliane hanno prelevato il cadavere e non hanno riferito alla famiglia il luogo in cui era conservato o a che ora lo avrebbero restituito.

Un testimone oculare, un tassista in servizio di notte, ha riferito a un operatore del PCHR che Elwan è stato inseguito dai coloni da al-Mesrara fino al luogo in cui è stato ucciso, a circa 500 metri di distanza. Quando è giunta sul posto la macchina della polizia, un agente è sceso dall’auto è ha aperto il fuoco contro di lui, senza esitare.

I coloni si erano riuniti nelle strade e nei vicoli della Città Vecchia di Gerusalemme e avevano raggiunto i quartieri di al-Mesrara e la Porta di Damasco sabato sera, 03 ottobre 2015, dopo che Mohannad Shafiq Halabi (19), della città di al-Bireh, aveva pugnalato e ucciso due coloni israeliani ad al-Wad. Anche Halabi è stato ucciso dalla polizia.

Nelle prime ore di domenica 4 ottobre, le forze di sicurezza israeliane hanno scortato molti veicoli che si sono diretti nel campo profughi da tre ingressi principali: al-Jabriyat a sud; al-Zahraa’ a nord e al-Hadaf a ovest.

Decine di soldati israeliani si sono riversati lungo le strade del campo.

Si sono schierati sui tetti dei palazzi mentre i veicoli creavano un cordone intorno all’abitazione di Qays al-Sa’di, a cui è stato intimato di arrendersi con degli altoparlanti.

La moglie, i figli, suo padre e suo fratello sono usciti e hanno comunicato ai militari che il ricercato non era in casa. Ma i soldati israeliani hanno continuato ad accerchiare l’abitazione sparando diversi proiettili.

Si è quindi sviluppato un incendio al terzo piano, distrutto dalle fiamme, mentre il secondo piano è andato parzialmente distrutto.

Si sono verificati scontri tra i soldati e gruppi armati di palestinesi, che hanno aperto il fuoco per disperdere il cordone che cingeva la casa.

Fonti locali hanno riferito a un operatore del PCHR che al-Sa’di è scampato al tentativo di arresto e omicidio. Ma le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato suo fratello Mohammed (23), e lo hanno condotto verso una destinazione ignota.

La mattina di sabato 3 ottobre, le forze di sicurezza israeliane si sono dirette a Nablus.

Hanno arrestato sette civili e ne hanno feriti undici, tra cui tre minori, che stavano manifestando contro la loro presenza.

Tre civili sono rimasti feriti quando un gruppo di coloni scortati dalle forze israeliane hanno attaccato l’abitazione di Jamal Abu Baker, all’ingresso del villaggio di Soret al-Ra’ees, a sudovest della città.

Le forze di sicurezza israeliane hanno aperto il fuoco contro un gruppo di civili che lanciava pietre contro i coloni e gli agenti per allontanarli dalla casa.

Anche diverse zone della Cisgiordania sono state interessate da attacchi perpetrati dai coloni contro i civili palestinesi e le loro proprietà.

Alle 21:30 circa di giovedì 1 ottobre, dopo l’uccisione di due coloni israeliani sull’arteria di congiunzione tra l’insediamento di “Eitmar” e il checkpoint di Beit Forik, a est di Nablus, centinaia di coloni si sono riuniti presso il checkpoint di Huwwara, all’ingresso meridionale della città, e sul crocevia che conduce all’insediamento di “Barakha”, sempre a sud.

Hanno danneggiato tutti i finestrini delle auto palestinesi parcheggiate lungo la strada.

Nello stesso momento, le forze di sicurezza israeliane chiudevano il suddetto checkpoint, impedendo il transito dei palestinesi e dei loro veicoli in entrambe le direzioni. Quaranta auto palestinesi hanno riportato danni.

Decine di passeggeri sono stati feriti dai frammenti di vetro dei finestrini.

I coloni hanno usato sassi, armi da taglio e bastoni in presenza della polizia e dei militari israeliani.

Il PCHR condanna fermamente l’omicidio volontario ‘Elwan a Gerusalemme Est, ennesima prova dell’abuso della forza perpetrato dai militari israeliani contro i palestinesi, senza il minimo rispetto per le vite dei civili.

Condanna anche le misure di punizione collettiva adottate dalle forze israeliane nei Territori occupati palestinesi e le aggressioni dei coloni israeliane, avvenute in presenza delle forze di sicurezza.

Chiede poi alla comunità internazionale di intraprendere azioni efficaci e immediate per mettere fine a tali crimini e rinnova l’appello alle Alte parti contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, per il rispetto delle misure previste dall’articolo 1 e della Convenzione, affinché adempiano l’obbligo espresso dall’Art. 146, di perseguire chiunque infranga la Quarta Convenzione di Ginevra.

L’infrazione di tali norme costituisce un crimine di guerra, come sancito dall’Articolo 147 della Convenzione Stessa e dal I Protocollo Aggiuntivo delle Convenzioni di Ginevra.

Traduzione di Romana Rubeo