Perché non riconsiderare i seguaci di al-Qaeda come “bravi ragazzi”?

PressTv. A quanto si dice, il capo titolare di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha rinnegato lo Stato Islamico d’Iraq e Siria (ISIS). Durante il fine settimana sono stati diffusi dei video del leader egiziano che respingeva con forza eventuali collegamenti organizzativi con l’ISIS.

Il britannico Guardian ha riferito che tale mossa da parte del comandante in capo ad al-Qaeda era un tentativo di “riaffermare il controllo” su tutti i disparati gruppi militanti che combattono in Siria.

Più tardi, nello stesso servizio, il giornale ha inavvertitamente accennato al vero motivo dell’iniziativa. “La lotta intestina – una tra i più sanguinosi conflitti degli ultimi tre anni – ha minato la rivolta contro il presidente Bashar al-Assad ed ha sgomentato le potenze occidentali che spingono invece per i colloqui di pace”, ha riferito il Guardian.

Dimenticate per un po’ il “ha sgomentato le potenze occidentali che spingono per colloqui di pace”. È una fesseria. La frase chiave è “la lotta intestina ha minato la rivolta [sic] contro il presidente Bashar al-Assad”.

Con il termine “rivolta”, il Guardian si sta eufemisticamente riferendo alla nascosta guerra sponsorizzata dall’Occidente contro il governo siriano e la sua gente. Questa non è una rivolta o una guerra civile, è puro terrorismo appoggiato dagli stati occidentali in favore di un cambio di regime tramite mercenari stranieri di diversa affiliazione ad al-Qaeda – essa pure storicamente di origine occidentale, una creazione dell’intelligence saudita dalla fine degli anni ‘70 in poi.

Il problema politico per l’Occidente è quello di non poter essere visto a sostenere apertamente le brigate di Al-Qaeda. Questo distruggerebbe pubblicamente le ultime vestigia della cosiddetta Guerra al Terrore e la propaganda del mito dell’11 settembre.

In precedenza, Washington ed i suoi alleati hanno risolto questa contraddizione affermando di aver sostenuto i “ribelli moderati” in Siria dal momento che essi contrastavano con il carattere dei mercenari stranieri appartenenti ad al-Qaeda. Questo gioco di prestigio si è poi scontrato con le ultime questioni quando alla fine dello scorso anno i “moderati” del cosiddetto Esercito siriano libero sono stati decisamente allontanati da questo quadro dagli “estremisti”.

Ora che in Siria non ci sono combattenti “moderati” di cui parlare, anche in senso figurato, allora questo si presenta agli stati occidentali, sostenitori del terrore, come un dilemma molto scomodo.

Come possono Washington ed i suoi alleati anche solo cominciare a giustificare di fronte ai loro popoli le forniture di armi ai terroristi di al-Qaeda? Questo dilemma è stato evidenziato grazie al servizio della scorsa settimana sul Congresso degli Stati Uniti, riunito segretamente per votare sull’accelerazione della fornitura di munizioni alla Siria.

La palpabile realtà degli ultimi tre anni, che è stata nascosta dal mito dei media occidentale dei “ribelli moderati”, è ormai svelata. Le armi occidentali sono state consegnate ai terroristi in Siria, e non ad un gruppo qualsiasi di terroristi, ma al presunto arcinemico terrorista, al-Qaeda. Anche i volubili media occidentali non possono più nascondere tale spaventosa realtà. Qualcosa deve essere fatto per coprire una verità così abominevole.

Questo spiegherebbe l’ultima mossa dal capo di al-Qaeda al-Zawahiri di cercare di fornire l’illusione che ci sia una distinzione tra l’ISIS e gli altri militanti di al-Qaeda affiliati a Jabhat al-Nusra ed a quelli che includono il Fronte Islamico saudita.

L’ISIS si è certamente mostrato negli ultimi mesi come una brigata particolarmente barbara. Uno dei suoi agenti si dice che abbia ucciso altri 16 militanti in un attentato dinamitardo ad Aleppo durante il fine settimana. È stato diffuso persino un video di un combattente dell’ISIS che decapitava un uomo in mezzo ad una folla plaudente nel momento in cui la testa della vittima è stata lanciata in alto. Ed è libero di girare in Iraq, uccidendo decine di civili ogni giorno.

Sembra quindi che il comando di al-Qaeda si stia muovendo per prendere le distanze dal gruppo dell’ISIS, certamente non per una qualche ragione ideologica, ma semplicemente per un vantaggio dal punto di vista delle pubbliche relazioni.

Ora che la dicotomia moderato/estremista in Siria è una falsità eccessiva, l’opinione pubblica occidentale verrà suggestionata tramite i media al punto tale da accettare una nuova interpretazione di al-Qaeda tra “buona e cattiva” o almeno un segmento della stessa, che l’Occidente potrà scegliere di supportare?

Questa incredibile ginnastica mentale fa ovviamente i salti mortali al di fuori dei limiti dell’intelligenza comune. Solo le menti dei politici guerrafondai e le loro coscienziose “notizie” dei media occidentali potrebbero rallegrarsi di tale insensato doppio pensiero.

Ma il punto interessante e rivelatore è da dove proviene in definitiva questa iniziativa e perché?

Jabhat al-Nusra – uno dei presunti prossimi “bravi ragazzi” di al-Qaeda – è lo stesso gruppo che ha commesso decine di attentati dinamitardi non segnalati contro civili in tutta la Siria e Libano – l’ultima atrocità delle quali è avvenuta solo pochi giorni fa, quando quattro persone sono morte a Hermel, nel Libano orientale.

Al-Nusra è lo stesso gruppo che è stato coinvolto negli attacchi chimici di massa nella zona est di Ghouta (Damasco) lo scorso agosto, che hanno provocato centinaia di morti tra cui donne e bambini, per i quali i governi occidentali ed i loro media hanno cercato di dare la colpa all’esercito siriano, risultando invece quasi un completo attacco militare americano sul paese.

Nella città industriale siriana di Adra all’inizio di quest’anno, al-Nusra ha commesso un massacro di più di 80 civili, decapitandone molti e persino gettando i lavoratori di una panetteria nei forni.

Uno dei comandanti di al-Nusra, Khalid al-Hamad (noto anche come Abu Sakkar) è stato il famoso cannibale che si è filmato mentre estraeva gli organi di un soldato siriano catturato per poi mangiarli.

Al-Nusra è un gruppo terroristico di al-Qaeda così come lo è l’ISIS e la miriade di altre brigate come Shams al-Ahrar ed il cosiddetto Islam al-Tawhid. Sono tutti sostenuti dall’Arabia Saudita e dal Qatar, condividono lo stesso culto della religione estremista e wahhabita e sono tutti supportati militarmente da Washington e dai suoi alleati, tra cui Gran Bretagna, Francia, Turchia, Giordania ed Israele.

Questo mette in luce per chi sta davvero lavorando Ayman al-Zawahiri. L’inafferrabile e fantomatico leader proclama di aver preso il comando di al-Qaeda a seguito del presunto assassinio di Osama bin Laden da parte delle forze speciali statunitensi nel maggio del 2011. Come può Zawahiri fare una tale affermazione quando è sostanzialmente documentato che Bin Laden sia morto almeno 10 anni fa per cause naturali e che il suo assassinio ad Abbottabad (Pakistan) sia stata una bravata propagandistica americana?

L’ultima sconfessione pubblica di Zawahiri sull’ISIS in Siria suggerisce che tale “iniziativa” sia ispirata direttamente da Washington, nel tentativo di accordarsi una licenza per militarizzare ulteriormente i suoi soldati di al-Qaeda in Siria. Fedele alle sue origini come una risorsa per l’intelligence occidentale, al-Qaeda sta contribuendo a creare in Siria l’illusione che permetterà di continuare con l’approvvigionamento di armi da parte degli Stati Uniti per i militanti in quel paese; per quanto la cruda realtà sia che Washington ed i suoi alleati sono – e sono sempre stati – dalla parte dei terroristi veri e propri di varie nazionalità. Infatti, Washington ed i suoi alleati sono i terroristi principali.

Traduzione di Erica Celada