Picco massimo di lavoro notturno durante il mese sacro di Ramadan

Gaza – PIC. Alla’a Miftah, 40 anni, lavora nell’edilizia. Attualmente è impegnato nella costruzione di un edificio residenziale.  Durante il mese sacro di Ramadan, lavora di sera, piuttosto di notte, dopo le Tarawih, preghiere speciali non obbligatorie di questo mese sacro.  Alla’a prova ad effettuare gran parte del suo lavoro prima dell’alba, prima che il calore incalzi, per evitare la stanchezza e la sete nel periodo di digiuno, ossia durante una lunghissima giornata senza mangiare, bere e fumare.

Tutti sanno che il lavoro nell’edilizia è difficile, soprattutto nella stagione estiva, una stagione di grande caldo.  Il caposquadra chiede ai propri operai di fare presto, di finire il lavoro prima dell’arrivo dell’alba, per essere tranquilli tutto il resto della giornata successiva: un accordo che conviene a tutti.

Il lavoro notturno.

Gli operai approfittano del tempo piacevole della notte, sotto la luce dei proiettori.

L’operaio Mohammed Hamade, 28 anni, è contento: “Mi sento bene quando lavoro di notte, soprattutto durante il mese sacro di Ramadan. Lavoriamo attivamente e siamo molto più produttivi che durante la giornata”.

Il suo collega Yahya, 22 anni, è talmente felice che desidera che il lavoro notturno continui anche dopo il Ramadan, soprattutto nel periodo estivo.

Un lavoro rapido.

Il caposquadra Alla’a Miftah ha parlato del lavoro notturno dei suoi operai in questo periodo sacro ad un corrispondente di PIC: “Non vogliamo sfinire l’operaio: digiuno e stanchezza! Ad ogni modo, stando a digiuno durante la giornata, non potrebbero lavorare come si deve. Abbiamo preferito il lavoro notturno, affinché le nostre mansioni siano portate a termine rapidamente e nel miglior modo possibile”.

Quando fa molto caldo, la maggior parte degli operai della Striscia di Gaza lavora di notte, soprattutto durante il mese di Ramadan, per evitare la sete e la stanchezza.  Il lavoro notturno durante questo periodo caldissimo comincia a diventare un’abitudine nella Striscia di Gaza.

La giornata di riposo.

L’operaio Jihad Ajuz, 30 anni, passa la giornata a dormire, a riposarsi. Ma quando arriva la sera, dal momento che interrompe il suo digiuno, corre al lavoro.

Il giovane Ajuz sembra dispiaciuto di non poter effettuare la preghiera di Tarawih. Si tratta di una preghiera opzionale, dice: “Devo finire il lavoro, perché la notte è breve”.

Traduzione di Daniela Minieri