“Pirateria e furto”: tribunale israeliano ordina all’ANP un risarcimento danni per 150 milioni di dollari

Palestinechronicle.com. Pirateria e furto di denaro palestinese”, è così che un funzionario dell’Autorità Palestinese ha descritto la decisione presa venerdì da un tribunale israeliano di confiscare 150 milioni di dollari di fondi palestinesi al fine di risarcire i danni alle famiglie israeliane di persone uccise in presunti attacchi palestinesi.
L’ANP, che a seguito di una sistematica campagna americana per sospendere gli aiuti ai palestinesi è già a corto di fondi, sta ora affrontando un’altra potenziale crisi finanziaria a seguito della sentenza del tribunale di Gerusalemme.
La decisione del tribunale israeliano è il risultato di una causa intentata da un gruppo israeliano di patrocinio legale, Shurat Hadin, che rappresenta alcuni cittadini israeliani i cui parenti sarebbero morti negli attacchi compiuti durante la Seconda Intifada palestinese, o “rivolta” (2000-2005).
Durante l’Intifada i palestinesi insorsero in tutti i Territori occupati chiedendo la propria libertà e la fine dell’occupazione militare israeliana.
Nel corso della rivolta furono uccisi migliaia di palestinesi, la maggior parte civili, e centinaia di attivisti furono assassinati o uccisi a sangue freddo.
Mentre i palestinesi non hanno mai ricevuto un risarcimento per la sanguinosa campagna israeliana, durata cinque anni, gli israeliani hanno fatto causa all’Autorità Palestinese sperando di impadronirsi dei fondi palestinesi che Israele preleva per conto dell’ANP sotto forma di gettito fiscale.
Shurat Hadin aveva inizialmente chiesto un risarcimento di 2 miliardi di dollari.
Il tribunale israeliano ha dato al governo fino al mese prossimo per chiedere l’annullamento dell’ordine.
“Israele potrebbe ricorrere in appello se teme che il congelamento dei fondi possa destabilizzare il governo palestinese a corto di liquidità”, ha riferito lunedì il New York Times.
Traduzione per InfoPal di Giulia Deiana