Prigioniere torturate e violentate nelle prigioni egiziane

imagesMemo. “Donne egiziane contro il Movimento del Colpo di Stato” rivela che a dicembre e gennaio le autorità hanno arrestato 200 donne e accusa il ministero dell’Interno di torture e violenze sessuali. “Abbiamo registrato 200 arresti di donne a partire dalla ratifica della Legge sulle Manifestazioni, che richiede il permesso preventivo dal ministero dell’Interno per ogni manifestazione e impone multe severe contro i dissidenti”, afferma un rapporto emesso dal gruppo.

Secondo l’agenzia stampa turca Anadolu, il movimento femminile segnala che le studentesse dell’Università di al-Azhar sono in cima alla lista delle prigioniere, che include ragazze sotto i 15 anni e anziane oltre i 60. Il rapporto osserva che molti degli arresti hanno avuto luogo l’ultimo venerdì di dicembre, quando 40 donne sono state messe sotto custodia. “A gennaio sono iniziate a comparire sentenze criminali emesse in absentia”, dice il report. “Sei studentesse di al-Azhar sono state condannate a un anno di prigione, mentre sei di Nasser City sono state condannate a cinque anni”.

“Donne contro il Colpo di Stato” sostiene che le violenze contro le prigioniere “sono iniziate dal momento in cui sono state arrestate”. Il rapporto usa anche il termine “rapite”. Sono state colpite con i bastoni, è stato loro tolto il velo e sono state tirate per i capelli; i funzionari hanno strappato loro i vestiti e le hanno molestate toccandole nelle parti intime”, accusa il rapporto. Quando le prigioniere sono arrivate alle stazioni di polizia sono state obbligate a togliersi i vestiti, e ancora, i funzionari di polizia hanno toccato le loro parti intime e le hanno picchiate prima di gettarle in celle “inadeguate”. “Dopo essere state portate alla Prigione di al-Qanater”, sostiene il report, “le donne hanno subito test della verginità e sono state mischiate ai criminali comuni, i quali le hanno attaccate a loro volta.

L’Organizzazione Araba per i Diritti Umani [Aohr], basata nel Regno Unito, afferma di aver ricevuto lamentele dalle famiglie di 12 studentesse imprigionate in Egitto. “Le lamentele indicavano che le donne erano state picchiate, insultate e molestate sessualmente dai soldati o dai poliziotti quando sono state arrestate”. Il viceministro dell’Interno egiziano responsabile per il Cairo occidentale, il Brigadiere Ali Damardash, ha negato le accuse. Parlando ad Anadolu, ha detto: “Non capisco le violenze di cui parla [Aohr]. È totalmente falso… le prigioni egiziane seguono un sistema che rispetta i diritti umani internazionali… Non c’è fondamento per nessuna delle voci di torture o violazioni nelle prigioni egiziane”.

Occorre notare che molte organizzazioni per i diritti umani, locali e internazionali, tra cui Amnesty International e Human Rights Watch, hanno emesso decine di rapporti che descrivono le gravi violazioni che hanno luogo nelle prigioni egiziane. Agli attivisti per i diritti umani viene negato il permesso di visitare le prigioni o di incontrare i prigionieri.

Traduzione di Elisa Proserpio