Prigionieri politici: lui condannato a 48 ergastoli e lei ex prigioniera, si sposano.

Nablus – Infopal. L'Associazione per la solidarietà internazionale e i diritti dell'uomo ha riferito delle nozze avvenute recentemente tra un'ex prigioniera e un detenuto di Gaza, a cui il giudice ha imposto di passare il resto della sua vita in carcere.

L'associazione ha anche fatto avere alla sposa, Ghufran Zamel di Nablus, le congratulazioni e gli auguri delle prigioniere palestinesi della struttura di HaSharon, per il suo matrimonio con Hasan Salama, di Gaza, condannato a ben quarantotto ergastoli.

Ghufran è stata da poco rilasciata dalle autorità di occupazione israeliane, diversi mesi dopo essere stata arrestata dagli uomini della sicurezza palestinese, collegati all'Anp.

“Un passo coraggioso”: così è stato definito questo gesto dalle detenute che si sono felicitate con la novella sposa. “La scelta di Ghurfan di unirsi con Hasan Salama è stata una scelta fortunata – ha dichiarato una di loro, di nome Nelly as-Safdi – e tutte le prigioniere si sono dette orgogliose della sua decisione”.

“Un simile gesto – ha commentato il ricercatore dell'associazione Ahmad al-Baytawi – ha un significato particolare per i detenuti e le detenute, in quanto è il vero segno che anche coloro che si trovano in cella rimangono nella mente di tutti i palestinesi, e che tutti gli anni di prigionia non bastano a farli dimenticare”.

“Molte delle detenute nelle carceri israeliane sono legate a prigionieri palestinesi – ha aggiunto al-Baytawi – e la situazione nella quale si trovano non impedisce loro di far spuntare un sorriso sui volti dei rispettivi compagni. Questo dimostra che chi è rinchiuso in carcere non diventa un numero senza più identità”.

Il ricercatore ha poi ricordato l'esistenza di decine di casi di coppie sposate in cui sia lui che lei vivono tra le sbarre, come Ibrahim Sarahna (condannato all'ergastolo) e sua moglie Irina (20 anni di carcere).

Per questo motivo, al-Baytawi ha chiesto alla Croce Rossa e alle organizzazioni umanitarie di fare pressioni sulla direzione delle carceri, perché venga permesso a questi detenuti di visitarsi regolarmente pur trovandosi in prigione.

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