Prigionieri politici palestinesi nelle prigioni israeliane: chi si ammala è a rischio di morte.

Gaza – Infopal. Il ministero per gli Affari dei detenuti del governo di Gaza ha espresso forte preoccupazione per il continuo peggioramento della salute dei prigionieri malati rinchiusi nelle carceri israeliana.

In un comunicato di cui il corrispondente di Infopal.it ha ricevuto una copia, Riyad al-Ashqar, direttore dell’ufficio stampa del ministero, ha dichiarato: “Ogni giorno riceviamo appelli dalle carceri israeliane, nuovi detenuti si aggiungono alla lista dei malati. Ormai sono oltre 1610. Tra di loro ci sono casi molto gravi, che non possono sopportare ulteriori ritardi da parte delle autorità di occupazione e il loro disinteresse”.

Malati abbandonati a se stessi. Al-Ashqar ha spiegato che la maggior minaccia alla loro vita proviene dalle “pratiche di abbandono sanitario” attuate da Israele nei loro confronti come forma di pressione e tortura psicologica: decine, infatti, sono i malati di cancro, o quelli affetti da insufficienza renale acuta, da patologie cardiache, da infarti, da diabete e altro ancora.

Il direttore dell’ufficio stampa ha portato come esempio i casi particolarmente gravi: Ibrahim ‘Abd al-Qader ash-Shaikh (40 anni), di Ramallah, condannato a 10 anni, è rinchiuso nel reparto 4B della prigione del Negev e soffre di ostruzione alle arterie: la direzione dello stabilimento non gli ha ancora fornito le cure idonee, nonostante abbia già avuto tre infarti.

Il detenuto Rajay ‘Abd al-Karim al-Haddad (29 anni), di Gerusalemme, è stato invece trasferito all’ospedale ar-Ramleh perché in coma: la direzione non gli aveva garantito le cure mediche necessarie per i calcoli ai reni di cui soffre.

Hani Mahmud Zalaf (28 anni), di Qalqiliyah, rinchiuso anche lui nella prigione del Negev, necessita di un trapianto di cornea a entrambi gli occhi, altrimenti potrebbe perdere la vista.

Come a voler accrescere il dolore degli infermi, la commissione israeliana che stabilisce la liberazione dei prigionieri ha rifiutato di approvare il rilascio di Fayez ‘Abd al-Mahdi Zaidat, di Hebron, malato di cancro. Il rifiuto è giunto in virtù delle raccomandazioni dell’intelligence israeliana, con il pretesto che “rappresenta un pericolo per la sicurezza dell’occupazione”. Intanto il tumore, in fase avanzata, si è diffuso in tutto il corpo e Fayez lotta contro la morte.

Questa è solo una piccola parte delle storie riportate nel comunicato del ministero. Al-Ashqar ha poi confermato che le direzioni delle carceri israeliane trattano i detenuti malati con grande freddezza e nel totale disinteresse per il loro stato di salute. Anzi, spesso somministrano la stessa medicina per malattie diverse. D’altra parte, i medici nelle prigioni sono in numero ridotto, per cui, secondo al-Ashqar, il malato viene di fatto abbandonato a se stesso.

Etica professionale medica. Nel caso il detenuto bisognoso di cure sia trasferito in ospedale, i dottori, invece di curarlo, esercitano delle pressioni psicologiche su di lui, non informandolo della sua situazione, ma facendogli capire, nello stesso tempo, quanto sia grave, lasciandolo così nel dubbio e nell'ansia.

Il ministero per gli Affari dei detenuti ha quindi accusato le autorità dell’occupazione e i nuclei amministrativi delle prigioni della totale responsabilità delle pratiche criminali che stanno mettendo a rischio la vita dei prigionieri, e ha chiesto all’Oms (Organizzazione mondiale della sanità ) e ai Medici Senza Frontiere d’intervenire subito per costringere l’occupazione a rispettare le leggi umanitarie internazionali, che riconoscono al detenuto il diritto di un controllo sanitario mensile preventivo e cure adeguate.

 

 

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