Profughi palestinesi, Hamas: governo libanese assuma le proprie responsabilità

Beirut-Quds Press. L’Ufficio per i rifugiati palestinesi del movimento di resistenza islamico, Hamas, ha esortato il governo libanese a porre fine al suo approccio “basato su aspetti relativi alla sicurezza” con i campi profughi palestinesi, sottolineando che la sicurezza del paese è una prerogativa per i palestinesi che vi risiedono.

Nella sua relazione annuale pubblicata martedì 3 settembre, l’ufficio ha reso noto che “le richieste dei rifugiati palestinesi si basano sul diritto umanitario e suoi valori morali, e non pregiudicano in alcun modo la sicurezza del Libano”. Ha aggiunto: “Ci teniamo a sottolineare che le richieste in questione non intendono abolire il diritto al ritorno”, sottolineando che le richieste avanzate non sono da interpretare come “preludio ad un presunto reinsediamento (dei profughi palestinesi in Libano, ndr), soprattutto perché questa fobia è spesso associata ad un linguaggio razzista”.

Il rapporto ha lanciato l’allarme per i crescenti discorsi razzisti nei confronti dei palestinesi, proferiti da alcuni soggetti libanesi, in relazione all’aumento dei profughi fuggiti dalla Siria. “Accogliamo con favore la soluzione di una serie di questioni che abbiamo sollevato nella nostra relazione dello scorso anno (anche se non si trattava di elementi essenziali). Tuttavia, constatiamo, con sorpresa, l’inerzia rispetto ad altre questioni, soprattutto per quanto riguarda i diritti economici e sociali, quali il diritto al lavoro, alla proprietà, all’istruzione, a ricevere le cure mediche, oltre al diritto di costituire associazioni e istituzioni e di aderire ai sindacati, ricevere l’assicurazione sociale e il diritto alla libera circolazione”, ha aggiunto Hamas.

Ha poi proseguito: “Risolleviamo i punti in questione, esprimendo, allo stesso tempo, gratitudine per coloro che hanno risolto alcune delle difficoltà, contribuito a superare gli ostacoli o aiutato a fare anche dei piccoli progressi”. L’ufficio ha quindi rivolto i suoi ringraziamenti alle forze di sicurezza generale del Libano “per gli sforzi compiuti alle frontiere e in materia di documenti di soggiorno”, al ministero dell’Interno ( la direzione generale per gli Affari politici e dei rifugiati ) e al Comitato per il dialogo libanese- palestinese “per i suoi sforzi compiuti nel campo profughi di Nahr al-Bared e per risolvere altre questioni in sospeso o emergenti”.