Prolungata la detenzione di diversi deputati, ministri, consiglieri comunali e sindaci.

Il tribunale militare israeliano ha prolungato fino al 12/6/2007 la prigionia di diversi ministri, deputati, consiglieri comunali e sindaci della lista Riforma e Cambiamento che rappresenta Hamas.

In un comunicato stampa, il ministro senza portafoglio Wasfi Qubha ha dichiarato che "ciò non rappresenta una novità per le autorità di occupazione israeliane, che vogliono punire i rappresentanti del popolo palestinese e infrangerne la volontà, e colpire la popolazione intera per la sua scelta democratica".

Il tribunale militare, illegale, ha rinnovato l’arresto dei seguenti politici palestinesi:

Omar Abderrazaq, ex ministro delle finanze e deputato per la provincia di Salfit; dott. Naser Abdeljawad, deputato per Salfit; Shaikh Riad Raddad e Shaikh Fathi Qar’awi, deputati per Tulkarem; prof. Imad Nofal, deputato per Qalqilya; prof. Khaled Said; prof. Khaled Suleiman e Ibrahim Dahbur, deputati per Tulkarem; Shaikh Yasser Mansur; prof. Husni Al-Burini e prof. Riad Al-Emlah, deputati per Nablus; dott. Hatem Jarar, sindaco di Jenin; dott. Mohammad Hashem Al-Masri, consigliere del comune di Qalqiliya; prof Adnan Asfur, membro del movimento islamico.

Prolungare il fermo

L’avvocato Mustafa Al-Armuti ha dichiarato che durante il processo, "i rappresentanti del popolo palestinese hanno espresso una volontà libera e un orgoglio senza precedenti, rifiutandosi di riconoscere il tribunale illegale e di collaborare con esso. Hanno precisato che sono i rappresentanti del popolo palestinese e che è un diritto di questo popolo poter costruire uno stato con capitale Gerusalemme, far ritornare i propri profughi, far smantellare le colonie e garantire la liberazione di tutti i detenuti. Ciò si è riflesso sul comportamento dei giudici e della sicurezza in tribunale, che si sono comportati con aggressività rifiutando di liberarli e prolungando la loro detenzione".

Qubha ha precisato che il proseguimento del sequestro dei rappresentanti del popolo palestinese "rappresenta una chiara violazione e una mancanza di rispetto ai principi e alle leggi internazionali che garantiscono l’immunità ai rappresentanti politici eletti dalla popolazione. Tali pratiche riflettono la mancanza di buone intenzioni dalla parte israeliana per garantire il clima giusto alla sicurezza e alla stabilità dell’area".

 

 

 

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