Propaganda manipolatoria israeliana: la Spianata delle Moschee e Monte degli Ulivi, siti ebraici.

Moschea di al-Aqsa, Cupola della Roccia e Monte degli Ulivi siti ebraici. E' quanto millanta la campagna pubblicitaria di un'agenzia turistica israeliana.

Ne dà notizia “The Guardian”, un quotidiano britannico, che spiega come l'agenzia dipinga il terzo luogo sacro per l'Islam come retaggio culturale e archeologico ebraico e lo inserisca nel “Jewish Heritage Trail”.

Il Guardian ha scritto che il governo britannico avrebbe chiesto all'agenzia per il turismo di astenersi dal portare avanti tale campagna pubblicitaria che presenta i luoghi sacri islamici come appartenenti al retaggio ebraico.

Tale tipo di propaganda manipolatoria israeliana è piuttosto frequente in Europa, dove agenzie e pubblicità turistiche – pubblicate su riviste e quotidiani – definiscano “ebraici” luoghi religiosi, culturali e archeologici musulmani e cristiani palestinesi.

Addirittura, anche i pellegrinaggi cristiani ufficiali in Terrasanta, organizzati dalle varie diocesi, sono gestiti da realtà israeliane legate al governo sionista.

http://www.guardian.co.uk/media/2010/apr/14/israeli-tourism-ad-asa  

Guardian – L'autorità responsabile della regolazione pubblicitaria ha proibito la campagna di un ufficio turistico israeliano, la quale includeva foto di Gerusalemme est, uno dei territori palestinesi occupati.

L'annuncio, lanciato dall'Ufficio del governo israeliano per il Turismo (Ugit) e destinato alla pubblicazione sulla carta stampata, affermava testualmente che un turista può “percorrere l'intera lunghezza d'Israele in sei ore”, ed era corredato da una serie di foto di destinazioni turistiche, tra cui una raffigurante la città contesa.

La denuncia è quindi arrivata dalla Advertising Standards Authority, la quale lamentava che le aree mostrate – il Muro Occidentale del Monte del Tempio e la Cupola della Roccia – , entrambe a Gerusalemme est, fanno parte dei territori occupati della Cisgiordania.

Secondo l'Asa, i lettori dell'annuncio avrebbero con ogni probabilità ritenuto che tutti i luoghi pubblicizzati si trovassero all'interno dello stato d'Israele.

“Lo status del territorio occupato della Cisgiordania”, sostiene l'Asa, è “il soggetto di una grossa disputa internazionale, e poiché abbiamo considerato che la pubblicità sottintendeva che la parte di Gerusalemme est raffigurata è parte dello stato d'Israele, abbiamo concluso che l'annuncio avrebbe potuto fornire informazioni errate.”

Annuncio che dunque è stato subito censurato dall'Asa, che ha inoltre chiesto all'Ugit di non implicare nei propri messaggi che i Territori occupati sono territorio israeliano.

Facendo le veci dell'Ugit, il Ministero israeliano del Turismo ha replicato che la pubblicità non faceva che fornire “accurate informazioni di base a un aspirante viaggiatore britannico che avesse voluto sapere che cosa avrebbe trovato in Israele.”

Il Ministero ha inoltre sostenuto che l'attuale status legale di Gerusalemme era irrilevante, a meno di tentare, in modo superfluo, di “interpretare il semplice messaggio dell'annuncio in una maniera che andava oltre quello che i consumatori avrebbero probabilmente compreso.”

Già l'anno scorso, una campagna pubblicitaria dell'Ugit fu proibita dall'Asa, in seguito alla presentazione di 442 denunce nei confronti di una carta d'Israele che includeva Cisgiordania, Striscia di Gaza e Alture del Golan

(http://www.guardian.co.uk/media/2009/jul/15/asa-israel-tourism-poster).

The Israeli Government Tourist Office (IGTO) press ad stated that a tourist can “travel the entire length of Israel in six hours” and featured a range of photos of destinations in Israel including a picture of Jerusalem.

A complaint was received by the Advertising Standards Authority that the image showed the Western Wall of the Temple Mount and the Dome of the Rock, both of which are in East Jerusalem and part of the occupied territories of the West Bank.

The ASA said that readers of the ad were likely to assume that all the places featured in the ad were within the state of Israel.

“The status of the occupied territory of the West Bank [is] the subject of much international dispute, and because we considered that the ad implied that the part of East Jerusalem featured in the image was part of the state of Israel, we concluded that the ad was likely to mislead,” added the ASA.

The ASA banned the ad and told the IGTO not to imply that places in the occupied territories were part of the state of Israel.

Replying on behalf of the IGTO, the State of Israel Ministry of Tourism (SIMT) said the ad provided “basic, accurate information to a prospective UK traveller who wanted to know what to expect in Israel”.

The SIMT said that the present legal status of Jerusalem was irrelevant unless there was an unnecessary attempt to “interpret the straightforward message of the ad in a manner that went beyond what consumers were likely to understand from the ad”.

An Israeli tourist office press campaign has been banned by the UK advertising regulator for including pictures of East Jerusalem, part of the Palestinian occupied territories.

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