Pulizia etnica, Onu: Israele continua la demolizione e il sequestro delle case palestinesi

MEMO. Tra il 2 e il 15 marzo, le autorità di occupazione israeliane hanno demolito e sequestrato 26 strutture di proprietà palestinese nell’Area C della Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, secondo quanto riferito dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA).

Il rapporto sulla protezione dei civili pubblicato dall’OCHA afferma che, come risultato di queste demolizioni e sequestri, 42 persone sono state sfollate, inclusi 24 bambini.

Diciassette delle strutture e tutti gli sfollati erano registrati nell’Area C, che è sotto il pieno controllo militare israeliano.

L’OCHA ha confermato che due edifici sono stati abbattuti a Ein Shibli, nella zona di Nablus, sfollando 17 persone sulla base del Military Order 1797, che consente la demolizione entro 96 ore dall’emissione di un “ordine di rimozione”.

Il restante sfollamento è il risultato della demolizione di quattro case nelle comunità di Al-Tuwani e Khallet Athaba a Hebron e Beit Jala a Betlemme.

I mezzi di sussistenza di 20 persone sono stati colpiti dalla distruzione di una bancarella di ortaggi, vicino alla città di Qalqilya, mentre 16 sono state colpite dalla demolizione di due case disabitate e dalla confisca di un container metallico a Isteih, nell’area di Gerico.

Nel frattempo, i coloni israeliani hanno ferito sei palestinesi nel governatorato di Hebron e danneggiato proprietà palestinesi, compresi veicoli e alberi. Quattro dei feriti sono stati aggrediti fisicamente in tre incidenti.

Due ragazzi, di 13 e 14 anni, sono rimasti feriti, rispettivamente nell’area H2 di Hebron e nell’area di Bir al-‘Idd. In quest’ultimo incidente, l’asino su cui il ragazzo stava cavalcando è stato accoltellato.

Secondo fonti palestinesi, i coloni israeliani hanno danneggiato almeno cinque veicoli, una casa e una struttura agricola a Jalud e Huwwara, nel distretto di Nablus, e Kafr ad-Dik e Bruqin, nel distretto di Salfit.