Punizioni collettive nazi-sioniste colpiscono intere famiglie, mentre l’esercito israeliano fa detonare una casa a Ramallah

IMEMC. In una massiccia offensiva militare israeliana durata tutta la notte tra venerdì e sabato, incentrata sul campo profughi di al-Am’ari, a Ramallah, per demolire la casa di famiglia di Islam Abu Hmeid, i soldati israeliani hanno rimosso con la forza più di 500 palestinesi dalle loro case.

Le famiglie sono state costrette a lasciare le loro case sotto la minaccia delle armi senza cibo o coperte per ore mentre centinaia di soldati israeliani circondavano le loro proprietà, tenendole in una scuola locale fino all’alba fino a quando, molte ore dopo, alla maggior parte delle donne e dei bambini è stato permesso di lasciare il posto e di essere ospitati in una struttura della Mezzaluna Rossa.

Verso le 10 del mattino, i militari hanno iniziato a ritirarsi dall’area, apparentemente soddisfatti di aver destabilizzato sufficientemente la struttura dell’edificio di quattro piani per impedire alle famiglie palestinesi residenti nel luogo di poter continuare a vivere lì.

La punizione collettiva dei residenti dell’edificio è parte di una politica israeliana, in diretta violazione del diritto internazionale, avente lo scopo di colpire le famiglie dei prigionieri detenuti da Israele distruggendone le case.

In questo caso, i soldati hanno preparato la casa di famiglia di Abu Hmeid per la detonazione, dopo che membri del corpo tecnico hanno passato ore a demolire muri interni e collocare esplosivi, fatti successivamente brillare. L’edificio, tuttavia, non è stato demolito completamente.

Palestina TV ha riferito che i soldati hanno trascorso diverse ore a preparare nuovamente la casa provando a farla detonare una seconda volta, distruggendola e causando danni strutturali a diverse abitazioni ed edifici circostanti.

L’invasione, iniziata a notte inoltrata, è stata effettuata da centinaia di soldati in decine di veicoli corazzati e bulldozer, oltre ai membri del Corpo degli Ingegneri. I soldati hanno circondato l’edificio di quattro piani appartenente alla famiglia di Abu Hmeid e tutte le aree limitrofe.

I soldati hanno in seguito invaso dozzine di case e raccolto centinaia di Palestinesi, compresi anziani, donne e bambini, conducendoli in una scuola locale occupata illegalmente dall’esercito e trasformata in base militare.

Ore dopo, i soldati hanno permesso ai medici della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) di spostare le donne e i bambini nel proprio quartier generale per fornire loro le cure necessarie, il cibo e le visite mediche.

Palestine TV ha riferito che circa 320 uomini di varie età sono ancora detenuti nella scuola e che l’esercito si rifiuta di rilasciarli.

Il PRCS ha affermato che i suoi medici sono riusciti a rimuovere quasi 100 donne e bambini dalla scuola portandoli presso il proprio quartier generale.

La Mezzaluna Rossa ha portato cibo e acqua ai bambini della scuola e lenzuola per tenerli il più possibile al caldo.

L’Agenzia di stampa palestinese WAFA ha riferito che i soldati hanno arrestato la madre del detenuto Islam Abu Hmeid, imprigionato il 6 giugno 2018, dopo essere stato accusato dall’esercito dell’uccisione di un soldato israeliano, identificato come Ronen Lubarsky, il 24 maggio scorso a seguito dell’invasione militare nel campo profughi; il soldato fu gravemente ferito e morì per le sue ferite il 26 maggio.

I soldati hanno anche attaccato la famiglia con bastoni e manganelli, spray al peperoncino e taser per costringerla a lasciare la loro casa, oltre a rapire e detenere decine di residenti.

Inoltre, l’esercito ha sparato decine di bombe a gas contro i Palestinesi e le loro case in tutta l’area, portando numerosi residenti, tra cui bambini, donne e anziani, a subire gli effetti dell’inalazione di gas lacrimogeno. Almeno dieci Palestinesi feriti sono stati trasferiti negli ospedali.

Anche i tiratori scelti dell’esercito israeliano hanno invaso le case occupandone i tetti nel campo profughi, mentre centinaia di soldati sono stati dispiegati nei vicoli sparando raffiche di pallottole contro i Palestinesi, le loro case e proprietà.

I soldati hanno anche fermato un’ambulanza palestinese che trasportava una donna incinta in travaglio, costringendo i medici a portarla in una scuola locale e riuscendo, ore dopo, a portarla in ospedale.

Inoltre, i soldati hanno aggredito e ferito molti giornalisti e medici vicino alla casa di Abu Hmeid, aprendo fuoco contro di loro e ferendo un giornalista dopo averlo colpito con una bomba a gas alla testa prima di essere ricoverato in ospedale, mentre molti giornalisti e medici hanno sofferto gli effetti dell’inalazione del gas lacrimogeno.

Vale la pena ricordare che il 2 dicembre l’Alta Corte Israeliana ha rigettato due appelli contro la demolizione della casa a quattro piani dando alla famiglia termine fino al 16 dicembre per lasciare la proprietà, nonostante l’esercito abbia deciso di demolirlo oggi.

La famiglia di Abu Hmeid era rimasta senzatetto dopo che i soldati avevano demolito la loro casa nel 1994. Nel 2003 era stata nuovamente demolita, in particolare a seguito dell’uccisione, da parte dell’esercito, di uno dei suoi figli, identificato come Abdul-Mon’em Abu Hmeid.

Sei fratelli sono detenuti in prigioni israeliane: quattro di loro stanno scontando l’ergastolo e uno, identificato come Jihad, è attualmente in detenzione amministrativa arbitraria, senza accuse né processo. I quattro, condannati all’ergastolo, sono Nasser, Nasr, Sharif e Mohammad.

Islam Abu Hmeid, rapito nel giugno di quest’anno e accusato di aver ucciso il soldato, è anche un ex prigioniero politico che aveva trascorso in precedenza diversi anni nelle carceri israeliane.

Il campo profughi di al-Am’ari e tutte le aree circostanti rimangono assediati e isolati dai soldati, che hanno anche ferito decine di Palestinesi che protestavano contro le invasioni e le demolizioni.

Tra i feriti ci sono molti giornalisti e medici che stavano svolgendo il loro dovere nelle aree dei manifestanti e vicino alla casa di Abu Hmeid.

Traduzione per InfoPal di Laura Pennisi