Il racconto dei Giovani per la Palestina: a luci spente per Gaza

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Milano. A  cura dei Giovani per la Palestina. Il ritrovo in piazza Duomo è avvenuto alle 18 di sabato 20, come da programma. All’inizio erano solo un pugno di persone che hanno preso a imbracciare bandiere e ad accendere candeline (tra non poche difficoltà) per formare la scritta GAZA.

Si sono presto fatte le 19 e ha preso la parola Mohammad Hannoun, presidente dell’Api – Associazione dei Palestinesi in Italia – che ha parlato delle difficili condizioni di chi vive a Gaza. Nel frattempo, al presidio continuavano ad aggiungersi persone, oltre ai passanti che si fermavano incuriositi a chiedere di cosa si trattasse.

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Oltre a Hannoun sono intervenute due ragazze per sensibilizzare sulla situazione delle famiglie gazawi.
Alle 19:30 è iniziato il flash-mob vero e proprio, un quarto d’ora in cui i presenti si sono seduti e coperti gli occhi con bende e sciarpe per provare la sensazione di buio delle centinaia di famiglie che sono costrette a vivere a lume di candela.
Le parole dette dai giovani palestinesi presenti hanno avuto effetto sui partecipanti tanto che c’è stata un’onda di emozioni.
“Quando abbiamo messo le bende, non si vedeva nulla se non il buio di quella città palestinese, tuttavia, riuscivamo a vedere i ragazzi e i bambini che cercavano di studiare o di leggere con difficoltà, a lume di candela, in quelle tenebre.

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Nonostante si sia trattato solo di 20 minuti, ci è bastato per sentirci al loro posto.
Come possono vivere così?
È stato doloroso il fatto di sapere che finiti quei 20 minuti, noi avremmo tolto le bende dagli occhi e saremmo tornati a vedere la luce, ma quella povera gente non avrebbe potuto farlo perché non era bendata come noi.


Finito il flash-mob si è concluso anche l’evento con un ultimo discorso di Hannoun accompagnato da alcuni cori.
Molti erano i partecipanti in piazza, ma erano altrettanto di più quelli che hanno partecipato da casa, spegnendo le luci per un’ora e accendendo le candele in solidarietà con Gaza, così come abbiamo fatto noi in Duomo.

È stato un evento di solidarietà verso la popolazione di Gaza, ma anche un’occasione per renderci conto dei beni che abbiamo e della loro necessità per la nostra vita quotidiana: la luce, l’acqua, l’elettricità, la serenità che a Gaza non sono garantite: a volte ci sono, altre no. È anche se noi abbiamo cercato di immedesimarci al meglio nella loro situazione, non potevamo che averne un piccolo assaggio amaro.