Rachel Corrie: morta per la colpa di resistere

Risultato immagini per rachel corrie Di L.P. Sono passati 17 anni dall’uccisione di Rachel Corrie, attivista filo-palestinese statunitense e pacifista che lottava per pace e giustizia sociale nella Striscia di Gaza. Durante il suo ultimo anno di college decise di fare richiesta di permesso per andare in Palestina, specialmente a Rafah, durante l’Intifada di Al-Aqsa, in quanto membro dell’ISM, International Solidarity Movement, per partecipare attivamente alla resistenza palestinese contro l’occupazione e la devastazione del territorio da parte dell’esercito israeliano.

Il 18 gennaio 2003 partì dagli USA e tra i mesi di febbraio e marzo divenne parte attiva della resistenza nonviolenta del popolo gazawi attraverso anche azioni provocatorie come bruciare la bandiera statunitense, svolgere un processo ideale al presidente americano George W. Bush per crimini contro l’umanità e occupare pozzi d’acqua locali per impedire all’Idf di poterli distruggere o identificarli come di sua proprietà. Storica e simbolica sarà la foto che la ritrae davanti ad un bulldozer corazzato israeliano che stava distruggendo una casa palestinese. Fu proprio l’ultima sua lotta da “scudo umano”. Secondo i testimoni, Rachel si era prima seduta, poi si era alzata in piedi in cima al cumulo di macerie di fronte al bulldozer. Rachel guardò fissa l’operatore dell’escavatore e, non si sa in che modo, cadde dal cumulo senza più riuscire a rialzarsi. Il bulldozer avanzò, la lama la colpì e, secondo i testimoni oltre a passarle sopra, dopo averla coperta di terra, fece marcia indietro le passò sopra un’altra volta.

Ciò che sappiamo è che Rachel Corrie fu investita e uccisa mentre compiva un’azione di resistenza pacifica contro la distruzione delle abitazioni palestinesi. Uccisa dal bulldozer israeliano che non si fermò e che, ancora oggi a distanza di anni, non si ferma e continua a distruggere e schiacciare i diritti umani, civili, sociali e politici di un popolo espropriato della propria terra.